mercoledì 14 gennaio 2015

8 gennaio 2015 - Lezione 06/c - I Sofisti: PROTAGORA


I sofisti
Epoca di vittorie militari per Atene, è l'età di Pericle e delle istituzioni democratiche
Sofista significa “sapientissimo”
I sofisti sono dei pedagoghi. Sono insegnanti di filosofia e retorica a pagamento. E sono cosmopoliti (tutti stranieri).

La virtù (aretè) non è più quella militare e aristocratica. La virtù si fonda sul sapere globale. E' insegnabile a tutti e serve ad avere successo nella vita pubblica della polis. (Le giurie erano formate dal popolo e non c'erano avvocati).

È più importante la forma del contenuto: la retorica.

Chi erano?
Antifonte, famoso tra i logografi, Lisia, il più bravo. Protagora e Gorgia i più filosofi.





Relativismo culturale
Con i sofisti si comincia a poter parlare di relativismo.
I sofisti viaggiavano sempre tantissimo e avevano modo di osservare gli usi e i costumi dei diversi popoli.









Dal naturalismo all'umanismo
E' una enorme rivoluzione culturale.
Con i sofisti la filosofia abbandona la ricerca cosmologica e assume istanze antropologiche: l'oggetto della ricerca non è più la natura ma l'uomo e tutto ciò che lo riguarda (anche l’arte, la società → nasce la consapevolezza del contrasto natura/cultura).
Due conquiste:
1) La verità non è indipendente dal soggetto,
2) l'interesse della filosofia si sposta sull'uomo (e sulla sua potenza)











Dissòi lògoi
I discorsi contrapposti.
Antilogia: procedimento con cui a ogni argomento si contrappone un argomento contrario, ugualmente sostenibile e valido.
-->Si può rendere più forte il discorso più debole.

Gare di epidittica e conferenze quodlibetiche.

Degenerazione: eristica (da eris, lotta), tecnica di uso spregiudicato delle parole al fine dell'inganno. Si può davvero parlare di legge del più forte (ma la forza è linguistica)









Tra illusionismo e illuminismo
“La parola può tutto”
Da un lato c'è l'uso del linguaggio per convincere gli altri delle proprie idee (uso anche per ingannare) e, dall'altro, si acquisisce consapevolezza del proprio potere e della libertà.

Gli albori della scienza della comunicazione: il linguaggio (lògos) viene usato consapevolmente, diventa oggetto di indagine e d'insegnamento, separato da realtà (verità) e pensiero

Uso spregiudicato (e liberante) della ragione: critica radicale dei miti, degli Dei, della morale e della filosofia
--> verso lsa consapevolezza dell'individualità (e dell'individualismo)

Platone e Senofonte (e poi Aristotele) considerano i sofisti mercenari della verità. Platone: "cacciatori di giovani ricchi". Senofonte parla addirittura di prostituzione




PROTAGORA
(Abdera 486 a.C – Mar Ionio 410 a.C.)

Professore, amico di Pericle e rispettato anche da Platone.
Democrito lo volle a scuola per la sua abilità nel sistemare carichi di legna (se sa ordinare così bene la legna, saprà dare ordine anche alle idee)
Quarant'anni di insegnamento. Folle vaste intorno a lui.

Processo: a 70 anni viene bandito da Atene per empietà.
Muore in un naufragio mentre va in Sicilia.
I suoi libri furono bruciati.








Sensismo → Relativismo

L'uomo è misura [mètron] di tutte le cose, di quelle che sono in quanto sono, e di quelle che non sono in quanto non sono.

Il punto di partenza è l'esperienza e il sensismo: dolce per qualcuno, salato per un altro.

E' l'ontologia di Eraclito applicata alla gnoseologia (teoria sulla conoscenza)

E nella morale? È bene ciò che piace? C'è un relativismo etico?







Homo mensura
L'uomo è misura di tutto.
Ma con “uomo” si intende "singolo uomo" o "umanità"?
In altre parole: c'è soggettivismo o intersoggettivismo?

In ogni caso si parla di relativismo: non ci sono parametri oggettivi per la verità.
Protagora sostiene, di fatto, che il dibattito tra essere e divenire è inutile poiché ciò che conta non è la natura delle cose ma come l'uomo si relaziona con le cose stesse.











Agnosticismo

Riguardo agli dei, non ho la possibilità di accertare né che sono né che non sono, opponendosi a ciò molte cose: l'oscurità dell'argomento e la brevità della vita umana

Le cose sono come appaiono all’uomo, ma nella vita non ci sono solo cose esperibili, percepibili (sensismo).

Delle cose non percepibili l’uomo non è misura

Anche di qui viene la condanna per empietà (oltre che da motivi politici)
→ ostracismo e esilio



Natura / Cultura
L'uomo acquisisce consapevolezza: si distacca dalla vita naturale.
L’uomo è inferiore all’animale per doti naturali, ma superiore per le tecniche, soprattutto per la politica (prerogativa dei membri di una comunità).
Problema del rapporto natura (physis)-cultura (nòmos).
Come deve agire l'uomo:
- con la natura?
-nei suoi comportamenti?

Soprattutto la seconda sofistica parlerà di prevalenza della natura e della legge del più forte.








Relativismo → “Pragmatismo”

Il relativismo ha un limite nel pragmatismo.

E' bene ciò che piace? No, perché il “piace” è immediato presente.
La città è il veicolo pedagogico per la trasmissione di giustizia e rispetto per gli altri.
L’uomo non è dunque isolato. Negli spazi di accordo possibile tra gli individui, il sofista può innestare la sua opera, contribuendo all'azione educativa della città. La virtù è virtù politica
Lo strumento principale con cui lavora il sofista è il linguaggio. Attraverso esso gli altri possono essere persuasi, non del vero (che non si conosce) ma dell’utile (per la città). Questo è il fine pragmatico della retorica.
E’ dunque per il bene comune della città che, a volte, diventa importante “render più forte l'argomento più debole”.



Etica individualista?
Homo mensura → è vero e giusto ciò che penso io.
Ma non è così facile considerare bene ciò che per gli altri è male.
A livello individuale occorre tenere in conto l'opinione degli altri.





Verità come consenso

Tutto è vero per il relativismo gnoseologico-sensista di Protagora.
Protagora elabora un criterio per stabilire quale opinione sia migliore (quella del sano che sente dolce il miele, o quella del malato che lo sente amaro?).
Il criterio è incentrato sull’utilità
Ma l'utilità è oggettiva?
→ criterio della maggioranza











Il paradosso dell’avvocato
Aulo Gellio ci racconta che Protagora avrebbe formato agli studi di legge, come istitutore, un giovane promettente, Evatlo (Euathlus), dal quale ebbe solo la metà di quanto richiesto per le lezioni e col quale stabilì che il resto sarebbe stato saldato dopo che questi avesse vinto la sua prima causa davanti ai giudici.
Ecco il testo di Aulo Gellio:
Ma, pur essendo stato a lungo ascoltatore e discepolo di Protagora e avendo fatto notevoli progressi nell’arte oratoria, non gli era toccata alcuna causa e poiché era ormai passato molto tempo, sembrava facesse ciò a bella posta, per non pagare il saldo a Protagora; questi allora ebbe una trovata che gli parve astuta: chiese il pagamento del saldo e intentò un processo a Evatlo. Quando venne il momento di esporre e contestare il caso davanti ai giudici, Protagora così si espresse: “Sappi, giovane assai insensato, che in qualsiasi modo il tribunale si pronunci su ciò che chiedo, sia contro di me sia contro di te, tu dovrai pagarmi. Infatti, se il giudice ti darà torto, tu mi dovrai la somma in base alla sentenza, perciò io sarò vittorioso; ma anche se ti verrà data ragione mi dovrai ugualmente pagare, perché avrai vinto una causa”. Evatlo gli rispose:”Se, invece di discutere io stesso, mi avvalessi di un avvocato, mi sarebbe facile di trarmi dall’inganno pericoloso. Ma io proverò maggior piacere avendo ragione di te non soltanto nella causa, ma anche nell’argomento da te addotto. Apprendi a tua volta, dottissimo maestro, che in qualsiasi modo si pronuncino i giudici, sia contro di te sia in tuo favore, io non sarò affatto obbligato a versarti ciò che chiedi. Infatti, se i giudici si pronunceranno in mio favore nulla ti sarà dovuto perché avrò vinto; se contro di me, nulla ti dovrò in base alla pattuizione, perché non avrò vinto. I giudici, allora, considerando che il giudizio in entrambi i casi era incerto e di difficile soluzione, giacché la loro decisione, in qualunque senso fosse stata presa, poteva annullarsi da se stessa, lasciarono indecisa la causa e la rinviarono a data assai lontana.

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