mercoledì 6 maggio 2015

30 aprile 2015 - La discussione post lezione 12




Dopo la lezione sul'etica di Aristotele, come spunto iniziale per la discussione, siamo partiti da un brano di Aristotele tratto dall'Etica Nicomachea. Ecco il testo:



















È chiaro che la felicità ha bisogno, in più, dei beni esteriori: è impossibile, di fatto, o non è facile, compiere le azioni belle se si è privi di risorse materiali.
Infatti, molte azioni si compiono per mezzo degli amici, della ricchezza, del potere politico, come per mezzo di strumenti.
E coloro che sono privi di alcuni di questi beni si trovano guastata la felicità: per esempio, se mancano di nobiltà, di prospera figliolanza, di bellezza.
Non può essere del tutto felice chi è totalmente brutto d’aspetto, chi è di oscuri natali o chi è solo e senza figli; e certo lo è meno ancora chi ha figli o amici irrimediabilmente malvagi o chi, pur avendoli buoni, li ha visti morire.
Come dunque abbiamo detto, la felicità sembra aver bisogno anche di una simile prosperità esteriore; ragion per cui alcuni identificano la felicità con la fortuna, mentre altri l’identificano con la virtù.

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La lettura di questo testo ha dato vita ad una serie di domande da cui poi è partita una discussione. Le domande sono le seguenti:

1. Come si inserisce la provvidenza nel poter compiere belle azioni anche senza mezzi materiali? (Carla)

2. Quando si arriva alla sapienza? E quale sapienza? E se è vero che non si arriva mai alla meta, come si fa a vincere? (Luigi)

3. La mancanza di felicità nasce anche dall'invidia? (Anita)

4. Perché voler conoscere se poi, quando si scopre qualcosa, si scopre anche che è più ciò che non si sa e quindi c'è la possibilità di una tristezza infinita (Patrizia)

sabato 2 maggio 2015

30 aprile - Lezione 12/b - ARISTOTELE (seconda parte)


ARISTOTELE
(Stagira 384 a.C – Calcide 322 a.C) 





(Seconda parte: ETICA)


















Per la lezione della professoressa Pamela Grisei sull'etica di Aristotele, clicca qui: L'etica di Aristotele

30 aprile - Lezione 12/a - ARISTOTELE (prima parte)

ARISTOTELE
(Stagira 384 a.C – Calcide 322 a.C) 

Macedone, nato a Stagira, figlio di un medico.

Amico di Filippo, re di Macedonia, e precettore di suo figlio Alessandro (che poi diverrà Alessandro Magno).

A 17 anni è già studente nell’Accademia di Platone (ci rimane 20 anni, anche come insegnante).

Alla morte di Platone divenne scolarca Speusippo e Aristotele lasciò l’Accademia, fondando altre scuole (che lui considera vere scuole platoniche) lontano da Atene.

Interesse per le scienze e la classificazione. Lo stagirita è il primo grande “biologo” europeo.

Tornò ad Atene quando Alessandro divenne re. Vi fondò il Liceo (←c’era nei pressi un tempietto di Apollo Licio).
Scuola di stampo scientifico e “universitario” (meno “religiosa” e politica, rispetto all’Accademia).
Il liceo era anche detto “Peripato” e peripatetici gli studenti, a motivo di alcune lezioni tenute camminando (peripatein=camminare).

Di lui abbiamo conservati gli scritti esoterici o acroamatici (interni alla scuola). Sono perduti gli scritti essoterici (divulgativi). Per Platone è successo il contrario.

Alla morte di Alessandro (323), Atene si sollevò contro i macedoni e Aristotele, accusato di empietà, lasciò la città. Morì poco tempo dopo in Calcide.



Il Peripato


Il Liceo viene finanziato da Alessandro Magno (Aristotele era meteco, non poteva avere disponibilità finanziarie).

Attività di ricerca soprattutto per quanto riguarda materie scientifiche quali zoologia, botanica, astronomia.

Ad Aristotele si deve la prima storia della filosofia.

Il Peripato aveva anche una enorme biblioteca.

Gli alunni erano chiamati per dieci giorni a dirigere la scuola in prima persona: Aristotele ci teneva a istruire i suoi allievi a questo ruolo. I pasti venivano consumati in comune secondo un'usanza dei pitagorici.

Ogni mese si organizzava un simposio filosofico con giudizio guidato dalla saggezza del maestro.

Le lezioni si svolgevano di mattina; di pomeriggio e di sera invece Aristotele teneva, sempre nella scuola, delle conferenze aperte al pubblico; le materie erano, appunto, di interesse pubblico, quindi politica e retorica, ad esempio, ma non materie astratte come la metafisica e la logica.

Tra i suoi amici, Aristotele era soprannominato «il grande lettore»: leggeva continuamente e di sera, quando era disteso sulla klìne, cioè sul letto, aveva da un lato una bacinella di ottone, e mentre leggeva teneva in mano una sfera di metallo; ogni volta che si addormentava, la sfera cadeva con gran rumore nella bacinella, così egli si risvegliava e poteva continuare a leggere.

La filosofia non serve a nulla - tu dirai - ma sappi che proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile



Le opere - Alcune differenze con Platone

Al contrario di quanto accaduto per Platone, possediamo solo gli scritti esoterici (interni al Liceo) e abbiamo perduto quelli essoterici (divulgativi, per il pubblico).

Tra le opere concentriamo l’attenzione su:
Metafisica (si chiama così perché è stata collocata materialmente dopo la fisica) e
Etica Nicomachea (si chiama così perché fu pubblicata dal figlio Nicomaco).
Importanti sono anche le opere di logica (Organon, che significa “strumento”), fisica, politica e poetica.

La filosofia di Aristotele muove dalla stessa esigenza platonica di ricercare un principio eterno e immutabile che spieghi il modo in cui avvengono i mutamenti della natura (problema del divenire).

Tutto scorre in natura, ma non a caso: il cosmo è retto da un principio razionale-morale.

A differenza dei platonici, Aristotele ritiene che le forme in grado di guidare la materia non si trovino al di fuori di essa: le idee sono un doppione; ogni sostanza deve avere in sé stessa, e non nell’Iperuranio, le leggi del proprio costituirsi.
Le idee sono tra noi.

La conoscenza soddisfa un bisogno naturale dell'uomo.


Platone - Aristotele

Schematizziamo così, per iniziare:

PLATONE
Mistica ascesi contemplativa
C'è un afflato religioso
(filosofia = conversione)

ARISTOTELE
Metodica enciclopedia conoscitiva
Attività scientifica
(filosofia=scienza tra le scienze)







Prima di cominciare a trattare l'Etica, vediamo che posto occupa all'interno delle scienze. Ecco la classificazione di Aristotele: