sabato 28 gennaio 2017

26 gennaio 2017 - Lezione 27 - Umanesimo e Rinascimento (seconda parte)



UMANESIMO E RINASCIMENTO
Seconda parte
(per la prima parte clicca qui)


Politica

La critica al principio di autorità, che riguardò Aristotele e la Chiesa, fu anche critica politica e messa in discussione del ruolo delle istituzioni politiche.

Le persone si incontrano in spazi pubblici e parlano liberamente. Dall'eremo si passa alla piazza.

Nasce il dibattito sull'origine umana o naturale della società e degli Stati, un dibattito che porterà, nel '600, alla nascita del giusnaturalismo.

L'impero subisce una profonda crisi e sorgono le monarchie nazionali.

Con Machiavelli nasce la scienza della politica, autonoma da religione e morale, preoccupata solo degli effetti delle azioni del governante, all'interno di un'analisi realistica della natura umana.


Niccolò Machiavelli
(Firenze 1469-1527)

Nato da famiglia nobile, subito dopo il rogo di Savonarola è Segretario di Cancelleria della Repubblica fiorentina (1498-1512).

Caduta la Repubblica, fa 8 anni di esilio (fino al 1520) perché sospettato di congiura (fu anche torturato). A San Casciano vive un travaglio in cui passa ogni giorno a “ingaglioffarsi” con i rozzi uomini del luogo. Di notte, però, legge e scrive in compagnia degli amati autori classici.

Ha scritto anche poemi e commedie, ma l'opera più importante e famosa è Il principe (del 1513). Più tardi il libro finirà all'Indice.

Dal 1520 è modesto funzionario al servizio dei Medici, cosicché viene definitivamente accantonato alla restaurazione della Repubblica nel 1527. Muore (d'infarto) poco tempo dopo.
Prima di morire avrebbe voluto:
1.vivere in una ben ordinata Repubblica,
2.vedere l'Italia liberata dai barbari,
3.vedere il mondo liberato dalla tirannia dei preti.


La scienza della politica

Con il termine “machiavellico” si indica oggi un atteggiamento spregiudicato nell'uso del potere.

L'opera Il Principe è una guida per conquistare e mantenere il potere politico. Di fatto è la prima teorizzazione dell'autonomia della politica dalla morale e dalla religione.

Il governante deve tener conto delle debolezze e dei limiti umani. La virtù del principe è solo la sua capacità di agire senza scrupoli in vista di un fine civile, usando anche menzogne, crudeltà, forza, slealtà e frode, se necessario. “È molto più sicuro essere temuto che amato”.

La virtù si rapporta sempre con la componente della fortuna (avvenimenti che sfuggono al controllo) → occorre sempre prevedere i rischi e fare buoni piani.

La politica è il campo nel quale l'uomo può mostrare la propria capacità di iniziativa, il proprio ardimento, la capacità di costruire il proprio destino (secondo il classico faber est quisque suae fortunae).

La morale soccombe sempre di fronte alla ragion di Stato.
Il fine giustifica i mezzi (se il fine è la creazione di uno Stato nuovo e borghese).


Appellarci alla nostra peggior natura

Contrariamente al clima di generale ottimismo che caratterizzava l’Umanesimo e il Rinascimento, Machiavelli dimostra un pessimismo antropologico che lo porta a studiare gli uomini più per come sono che per come si vorrebbe che fossero.

Se molti grandi filosofi hanno giudicato stupida la maggioranza delle persone, Machiavelli preferì considerarla malvagia. E la malvagità del governante non è nulla al confronto di quella dei suoi sudditi.
Un principe deve considerarsi fortunato se la maggioranza è anche stupida.



La nascita della scienza

Da un forte asservimento alla tradizione filosofica aristotelico-scolastica si passa alla formazione della scienza moderna, autonoma dalla filosofia e dalla teologia, con procedure metodologiche che la caratterizzano in maniera specifica.

Questa grande trasformazione comincia nel campo dell'astronomia e, in particolare, con la teoria eliocentrica di Copernico.

Si tratta comunque di un'epoca in cui è ancora difficile distinguere la dimensione scientifica da quella filosofica e dalla magia.

NB La riflessione sul valore e sui metodi della scienza non è ambito scientifico, bensì di quella branca della filosofia che ha il nome di epistemologia. Ad esempio, i contributi prettamente scientifici di Galileo Galilei non riguardano direttamente  la filosofia, che però si occupa della sua riflessione sul metodo scientifico da lui coscientemente applicato nell'elaborare le teorie.

PS.
Thomas Khun, nel 1962 elaborò la teoria delle rivoluzioni scientifiche. A periodi di scienza normale, in cui tutti  lavorano cumulativamente all'interno di una stessa teoria generale condivisa, succedono periodi in cui varie  anomalie determinano il cambio di paradigma


Misurazione e esperimenti

La distinzione maggiore tra scienza antica e moderna è che la prima era qualitativa (ricercava le forme, le essenze, rispondeva alla domanda “che cos'è?”), mentre la seconda è quantitativa (misura e risponde alla domanda “come è?”).
La realtà è misurabile e fatta di quantità. La qualità (o essenza) è inattingibile.

Altra novità essenziale è il metodo sperimentale. Paradossalmente, tra Aristotele e Galileo era il primo ad osservare direttamente la natura, mentre il secondo ricreava le condizioni naturali in laboratorio per osservarle isolatamente.

La matematica, da qualità magica dell'armonia tra le segrete corrispondenze nell'universo, passa ad essere strumento di misurazione quantitativa, di comunicazione oggettiva e di controllo.

Si instaura un circolo virtuoso   tra scienza e tecnica: la strumentazione rende possibile l’esperimento, l’esperimento aumenta la conoscenza, che a sua volta stimola l’invenzione di nuovi strumenti.

PS
Scompaiono due delle quattro cause aristoteliche: rimangono la causa efficiente e la causa materiale.



Magia

Nel '400 e nel '500 la magia viene sdoganata dal carattere diabolico che aveva nel Medioevo ed era diffusissima. Ad esempio, medici e filosofi erano quasi sempre anche maghi e/o alchimisti.

La magia è la credenza in una simpatia universale dell'universo, per cui ogni parte, per quanto piccola, è in relazione (non sempre concorde) con le altre.
Conoscere (e ricordare) queste relazioni equivale a poter controllare e modificare la realtà.
L'uomo, in particolare, è un microcosmo in relazione speciale con il macrocosmo.

L'animismo è il fondamento psicologico della magia.

Alcuni nomi famosi:
- Cornelio Agrippa di Nettesheim (1486-1535) studiò i vari tipi di magia,

- Teofrasto Paracelso (1493-1541) creava farmaci anche con veleni, per riequilibrare gli elementi,

- Girolamo Fracastoro (1478-1553) battezzò la sifilide,

- Gerolamo Cardano (1501-1576) diede il nome al giunto che collega due alberi rotanti,

- Nostradamus (1503-1566) predisse il crollo delle Twin Towers! 😁

PS
L'origine della magia è rintracciabile anche in Platone (anima del mondo) e quindi nella metafisica dei numeri pitagorica. In questo senso la magia ha una funzione essenziale nella nascita della scienza: suggerisce l'idea che ci siano relazioni armoniche (e quindi misurabili) tra matematica, fisica e astronomia; inoltre suggerisce l'idea che la conoscenza di tali relazioni dia luogo alla possibilità di manipolare la realtà (“sapere è potere”, dirà Francesco Bacone).


L'alchimia

Arte nata nell’ambiente ellenistico dell’Egitto nel I Sec.d.C.
Si proponeva la generazione del lapis philosophorum (pietra filosofale), cioè la trasmutazione dei metalli in oro o in rimedi (elisir) per il prolungamento della vita.

Diffusa anche nel Medioevo, ha il suo culmine nel Rinascimento.

Da essa, per astrazione graduale, ha avuto origine la chimica.




LA FILOSOFIA TRA '400 e '500

PLATONISMO RINASCIMENTALE
- Nicola Cusano
- Marsilio Ficino
- Pico della Mirandola

ARISTOTELISMO RINASCIMENTALE
- Pietro Pomponazzi

EPICUREISMO RINASCIMENTALE
- Lorenzo Valla

SCETTICISMO RINASCIMENTALE
- Michel de Montaigne

NATURALISMO RINASCIMENTALE
- Bernardino Telesio
- Tommaso Campanella



PLATONISMO RINASCIMENTALE
NICOLA CUSANO (Nikolaus Krebs)
(Cues, Treviri 1401 – Todi 1464)

Studia a Hidelberg (la Germania nel ‘400 è ancora periferia dell'Umanesimo e risente della Scolastica) e Padova (laurea in legge), poi è diplomatico della Chiesa cattolica di cui divenne cardinale. Fu dapprima conciliarista e poi curialista.

Importante viaggio a Costantinopoli, da cui tornò con l'idea di difendere l'unità della Chiesa (romana e ortodossa), ma anche predicando la concordanza tra le fedi monoteiste (ecumenismo).

L'opera più importante è De docta ignorantia (La dotta ignoranza), del 1440.

Su una forte base neoplatonica, sviluppa il tema del rapporto tra i limiti dell'intelletto umano e l'infinità del processo della conoscenza.



La dotta ignoranza

L'uomo ha una conoscenza limitata dell'Universo e di Dio e dunque sa di non sapere.

→ Sforzo di conoscere sempre meglio, anche se il processo è infinito.

La perfezione è un cerchio; la conoscenza umana è un poligono inscritto in quel cerchio: i lati aumentano sempre, ma mai diventeranno un cerchio.

Le tre religioni monoteiste sono i primi tre lati del poligono (triangolo).

La caccia della sapienza, opera in cui Cusano, ricordando l'eros platonico, paragona il filosofo a un cacciatore le cui prede sono le varie forme di sapere→ L'ignoranza è stimolo al sapere



Teologia e cosmologia

Per Cusano Dio (e solo Dio) è coincidentia oppositorum (coincidenza degli opposti): tutte le cose sono in Dio e Dio si manifesta in tutte le cose → il mondo e Dio si compenetrano, il divino è nel mondo (ma nel mondo ci sono gli opposti).
- NB: solo in Dio non vale più il principio di non contraddizione

È impossibile conoscere ciò che Dio è (→teologia negativa di Plotino), ma il saggio ne vede i segni nel mondo. Le religioni monoteiste sono le congetture migliori (tra tutte, la migliore è il Cristianesimo).
- NB: Carattere congetturale della conoscenza umana. Dal momento che Dio è infinito, l'uomo può solo fare congetture e nessuna religione può possedere in toto la verità. L'idea è che la fede unisca e non divida. La pluralità delle fedi aumenta la conoscibilità di Dio (come se i lati del poligono aumentassero)

L'universo, essendo a immagine di Dio, è infinito e non ha un centro
→ contrasto con la tradizione medioevale aristotelica (c’è un’unica sostanza)
→ anticipa Bruno e Copernico (Dio è “centro” e la Terra si muove)
- NB: Anche le cose del mondo non sono mai pienamente conoscibili perché il rapporto tra cose finite è infinito



Se Dio é una causa infinita non può che avere un effetto infinito

Cusano doveva sfuggire alle accuse di panteismo→ Distingue Dio dal mondo creato attraverso i concetti di complicazione, esplicazione e contrazione.

In Dio tutto è complicato (=piegato insieme)→ coincidentia oppositorum. Il mondo è esplicazione (sviluppo) di Dio→ è negli opposti.
[es della palla di carta che può essere compressa (complicazione) e poi rilasciata (esplicazione)]

Ogni cosa ha Dio in sé, anche se in modo contratto
Cosa significa contrazione?
Abbiamo detto che Dio è infinito assoluto, senza alcuna differenziazione interna (complicazione); invece l'universo è infinito come somma infinita di enti finiti e con caratteri contrastanti (esplicazione). Dunque la realtà è un Dio contratto nel senso che in essa l'infinito (che è comune a tutto) subisce una determinazione (cioè un a delimitazione che rende quella delimitazione una cosa singola) nelle cose.

→ Ciò che nella realtà finita è opposto nella  realtà assoluta (Dio) convive e coincide (coincidentia oppositorum).

Nonostante abbia spinto il neoplatonismo verso la trascendenza, la Chiesa non accettò le sue dottrine (andò in carcere!).

Altro esempio (oltre a quello della palla di carta): nell'uno ci sono già tutti i numeri in potenza (complicazione). Dall'uno possono derivare tutti gli altri numeri, creandosi una somma infinita di numeri finiti (esplicazione).

NB
Cusano usa il termine “potenza”, ma diversamente da Aristotele: la potenza (complicazione) è superiore all'atto (esplicazione)


PLATONISMO
RINASCIMENTALE
Il Neoplatonismo fiorentino

La provvisoria riunificazione tra le Chiese d'Oriente e d'Occidente del 1438 e la diaspora di intellettuali bizantini (dopo la presa di Costantinopoli del 1453) arruolati come insegnanti in Italia permisero la conoscenza diretta dei testi in greco, compresi quelli di Platone, pressoché sconosciuti nel Medioevo.

Sebbene già Cusano abbia fortissimi accenti neoplatonici, il '400 e il '500 si caratterizzano per la rifioritura del pensiero di Platone soprattutto a Firenze grazie all'Accademia Platonica, il cenacolo fiorentino fondato da Marsilio Ficino nel 1459, ritrovo di letterati, artisti e filosofi, che si riunivano per studiare e per discutere insieme liberamente.

Con la protezione della famiglia de' Medici, l'Accademia filtrerà Platone, facendone prevalere il momento mistico. Lo arricchirà anche con contaminazioni esoteriche di ispirazione orientale e con le tradizioni magiche e occultistiche.


Marsilio Ficino
(Figline Vardarno 1433 – Careggi 1499)

È il principale esponente del Neoplatonismo rinascimentale.

Sotto la protezione di Cosimo de' Medici, nel 1459, fonda a Careggi l'Accademia Platonica.

Oltre alla villa, Cosimo gli dona anche un preziosissimo codice platonico.

Traduce in latino i dialoghi di Platone, le Enneadi di Plotino, Omero, Esiodo e molti scritti esoterici.

Tenta di far convivere Plotino e Cristianesimo.


La docta religio di Ficino

→ Dall'inizio dei tempi (Ermete Trismegisto, Zarathustra, Mosè) esiste un'unica tradizione filosofica che è il progressivo disvelamento all'uomo del lògos divino.

→ Esiste una docta religio, cioè una sintesi tra rivelazione e filosofia, incarnata dal pensiero platonico.

→ L'universo, nei suoi vari gradi di perfezione, è la manifestazione di un'unità. Al gradino più basso c'è il corpo, poi, risalendo, troviamo la qualità, l'anima, gli angeli e, infine, Dio.

→ L'anima umana è partecipe di entrambi i mondi e quindi è il punto di contatto tra Dio e il corporeo. L'uomo è un microcosmo, specchio inquieto della complessità dell'universo. Homo copula mundi.

→ L'essenza dell'anima è l'amore: esso lega l'uomo a Dio (che crea per amore). Partendo dalla bellezza si può giungere alla contemplazione del divino in tutto.

→ Magia e astrologia sono il modo di conoscere le segrete simpatie che legano insieme l'universo.

NB
Principali differenze tra Plotino e Ficino:
- per Plotino Dio non crea, ma emana da sé l'universo
- per Plotino Dio non emana per amore ma per un processo necessario involontario



Amor socraticus

L'amor socraticus, così chiamato da Ficino, lega spiritualmente in modo perfetto due uomini (e solo due uomini) uniti dalla stessa passione per la filosofia.
Nella umbratile realtà sensibile ci sono tracce divine: la caccia ad esse è possibile  grazie all'anima (“copula mundi” = unione dei mondi) che fa diventare l'uomo “quidam Deus” (Dio in un certo qual modo).
Affinché l'anima del filosofo possa superare i propri limiti e accedere alla contemplazione delle meraviglie del creato divino, occorre trovarsi in uno stato di eccitazione ispirativa, identificato con l'amatorius istinctus (l'istinto amatore, l'entusiasmo amoroso).
Proprio a partire dal bello (del corpo e dell'anima dell'amato) si può salire al divino.

PS
Per Ficino l'amore eterosessuale era “eros”, con mere finalità riproduttive


Giovanni Pico della Mirandola
(Mirandola 1463 – Firenze 1499)

È famoso per la memoria prodigiosa e la vastità della sua conoscenza.

Studia a Bologna, Ferrara, Pavia, Parigi e Padova. Conosce la filosofia della Scolastica, il pensiero arabo e ebraico (compresa la Qabbalah).

Nel 1484, dopo essere stato incarcerato per eresia, grazie all'intercessione di Lorenzo il Magnifico, si stabilisce a Firenze e si avvicina a Ficino.

Difende la magia (“compimento della filosofia”: essa consente di cogliere i rapporti di simpatia tra le parti dell'universo), ma attacca l'astrologia (arte fraudolenta che vanifica la libertà umana).

PS
Si narra che fosse capace di ripetere a memoria una pagina di latino letta una sola volta. Di fronte ad un ascoltatore rimasto stupito, la ripeté di nuovo, ma questa volta al contrario



L'unità del pensiero umano

Secondo Pico, tutte le scuole e tutti i pensatori hanno espresso un aspetto dell'unica verità.

Scrive 900 tesi tratte da svariate fonti. Come introduzione c'è il De hominis dignitate (La dignità dell'uomo) in cui sostiene che l'uomo ha una posizione privilegiata nell'universo: Dio non ha dato una forma precisa all'uomo ma l'ha creato libero, in modo tale che possa assumere tutte le forme (uomo camaleonte).

“L'uomo può degenerare a bruto oppure innalzarsi ad angelo”.

Presupposto essenziale delle sue tesi è il libero arbitrio dell'uomo (che è anche il motivo per cui attacca l'astrologia: non dipendiamo dagli astri).