martedì 13 dicembre 2016

24 novembre 2016 - La discussione post lezione 26

Dopo la lezione sul Rinascimento, abbiamo letto tre frasi di autori diversi. Abbiamo poi provato ad analizzarle e a trovare le relazioni tra esse.

Ecco i tre testi:

Copernico ha rovinato l'umanità, irrimediabilmente. Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell'infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell'Universo... Storie di vermucci ormai, le nostre.
(Luigi Pirandello)


Da Copernico in poi, non più l'universo, ma solo la terra è la dimora della vita.
(Hans Jonas)


Sono tanto semplici gli uomini, e tanto obediscano alle necessità presenti, che colui che inganna troverrà sempre chi si lascerà ingannare.
(Niccolò Machiavelli)





Dopo la lettura di questi testi c'è stata la consueta lunga discussione. Tendenzialmente e sinteticamente si è quasi convenuto che:
- la prima frase mette l'accento su ciò che la rivoluzione copernicana ci ha tolto (il privilegio di essere al centro dell'Universo e la sua parte più importante);
- la seconda frase pone l'accento su ciò che la rivoluzione copernicana ci ha dato (la responsabilità diretta di aver cura della nostra esistenza e del nostro destino);
- la terza frase mette in evidenza, forse con cinismo o forse come diretta conseguenza dell'essere artefici del nostro destino, che gli uomini, nella vita concreta e terrena, si trovano in situazioni politiche.

venerdì 2 dicembre 2016

24 novembre 2016 - Lezione 26 - Umanesimo e Rinascimento (prima parte)


UMANESIMO E RINASCIMENTO
Prima parte



Quattrocento e Cinquecento: un panorama

Umanesimo e Rinascimento,  la più grande rivoluzione della storia

In questa serie di lezioni tratteremo per sommi capi:
  - Economia
  - Invenzioni e scoperte
  - L'astronomia (la rivoluzione copernicana)
  - La religione (Erasmo; Moro; la Riforma
protestante: Lutero e Calvino)
  - L'arte
  - La politica (Machiavelli)
  - La nascita della scienza
  - La magia e l'alchimia
  - La filosofia



Umanesimo : Rinascimento

Termini coniati nell'800 (anche se già i contemporanei parlavano di rinascita).

A volte si divide Umanesimo, con cui si intende il Quattrocento con riferimento alle humanae litterae (cioè la riscoperta dei classici) e alla dignità e centralità dell'uomo, da Rinascimento, con cui si intende il Cinquecento con riferimento alla rinascita, originatasi in Italia, della civiltà dopo i secoli oscuri del Medioevo (termine coniato dai rinascimentali).
In realtà è preferibile intendere “Rinascimento” riferito in generale alla rinascita dopo il Medioevo e “Umanesimo” riferito in particolare a determinati aspetti (e strumenti) di questo rinascere, più precisamente alle humanae litterae e al valore dell'uomo nella sua interezza, nella sua storia e nella natura.
→ Umanesimo e Rinascimento sono un unico movimento: dalla dissoluzione della cultura medioevale alla nascita della scienza.

Per alcuni aspetti Francesco Petrarca (1304-1374) è un precursore del Rinascimento. Ai dogmi e all'autorità preferisce il dubbio, la ricerca interiore, la verifica, l'humanitas. La letteratura ha valore autonomo.



La fine del Medioevo

I grandi cambiamenti non avvengono all’improvviso. Tuttavia ci sono dei momenti storici particolarmente significativi che possono essere presi come punti di riferimento. Per la fine del Medioevo possono esserci almeno due date simboliche: il 1453, con la caduta di Costantinopoli e il 1492, con la scoperta dell’America.

I turchi ottomani assediano ed espugnano la capitale dell'Impero Romano d'Oriente. I giannizzeri (da yeniçeri, "nuova milizia") del sultano Maometto II sconfiggono i bizantini.

Con la caduta di Costantinopoli e la morte in battaglia dell'imperatore Costantino XI Paleologo, l'Impero Romano d'Oriente, dopo 1058 anni, cessò di esistere.



La più grande rivoluzione della storia?

Da un'economia domestica e feudale si passa ad una economia monetaria (nasce una borghesia indipendente dalla natura).

Con le nuove scoperte geografiche l’economia diventa mondiale e nasce una borghesia mercantile.

La critica dell’autorità. Aristotele non è più punto di riferimento culturale.

L’Impero va in crisi (Nascono gli Stati moderni, le monarchie nazionali di Francia, Inghilterra e Spagna). Il papato è messo in discussione (la Riforma protestante, anche come ritorno alle origini)

Generale reazione contro il Medioevo e rivalutazione del mondo precristiano (ritorno alle fonti del mondo classico, indispensabile per la formazione dell'uomo e modello di perfezione).

Le nuove scoperte geografiche (nuovo mondo) e scientifiche (eliocentrismo) ridimensionano la posizione dell’uomo: insieme allo smarrimento del popolo, c’è anche l’entusiasmo degli intellettuali per la possibilità di autodeterminarsi→ fiducia nelle potenzialità umane.

Vengono istituite varie cattedre di greco nelle università, anche grazie alla provvisoria riunificazione tra le Chiese d'Oriente e d'Occidente (1438), o la diaspora di intellettuali bizantini dopo la presa di Costantinopoli (1453).



Magnum miraculum est homo

“Grande miracolo è l'uomo”, dice Pico della Mirandola. Frase che, insieme al “chi vuol essere lieto sia” di Lorenzo il Magnifico, esprime bene il carattere dell'epoca.

L'uomo è anima e corpo e vive nel mondo, che non è più una “valle di lacrime”: hanno valore anche la carne e il piacere, non più solo l'anima e l'Al di là.

Fede nell'uomo (si va verso l'individualismo) e indagine libera sulla natura (osservata empiricamente, senza pregiudizi teorici).

L'uomo è nella natura e occupa una posizione dominante. L'uomo ritorna a essere misura di tutte le cose: Homo mensura

Superiorità della vita attiva su quella contemplativa (simbolicamente si contrappongono piazza Vs. eremo).

Importanza dello studio della legge, della medicina e dell'etica. La metafisica perde di importanza. Nasce la filologia (che è un'altra faccia del desiderio di autenticità, libera dalle incrostazioni medioevali). Ad esempio, Lorenzo Valla scoprirà che la Donazione di Costantino (usata dalla Chiesa per giustificare il suo potere temporale e i possedimenti) è un falso.

Conoscenza diretta del greco (greco → auctoritas).

Neoplatonismo, naturalismo, aristotelismo (su basi diverse dal Medioevo) e magia



Bussola - Polvere da sparo - Stampa

Le tre grandi invenzioni che rivoluzionano totalmente il modo di vivere.














Astronomia

L'astronomia è la disciplina che guidò la rivoluzione scientifica.
Con Copernico, dalla teoria geocentrica si passò a quella eliocentrica, un radicale cambiamento di punto di vista: certe questioni (ad esempio l'irregolarità del moto dei pianeti) non potevano essere spiegate se la Terra era ferma e così Copernico passò ad esaminare l'ipotesi del Sole come centro immobile.

L' impatto con la teoria fu di generale rifiuto:
→ contrasto con la lettera della Sacra Scrittura
→ paura per il senso di perdita di punti di riferimento: da Aristotele in poi si era abituati all'idea di un mondo finito posto al centro dell'universo con punti di riferimenti assoluti.
→ Se la Terra non è il centro dell'universo, allora anche l'uomo che la abita ha una posizione insignificante.

Le teorie di Copernico furono perfezionate da Keplero (scoprì che le orbite erano ellittiche), Galilei (inventò il metodo scientifico e scoprì le leggi di caduta dei gravi) e poi Newton (con la legge di gravitazione universale, trovò la risposta definitiva a ogni dubbio).


Niccolò Copernico, Torun, 1473 - 1543

Mikołaj Kopernik, nato a Torun, in Polonia, studiò a Cracovia, Roma, Padova, Bologna e Ferrara.

Scrisse De revolutionibus orbium coelestium, ma non lo pubblicò per paura delle reazioni della Chiesa.

Si racconta che, anni dopo, quando vide il suo trattato pubblicato da un suo discepolo, morì di infarto. In ogni caso venne pubblicato con la premessa di Osiander in cui si diceva che si trattava solo di ipotesi matematiche.

Obiezioni comuni: Ma se la Terra gira, perché un sasso lanciato in aria ricade nello stesso posto? E perché non sentiamo il vento dello spostamento?

Obiezioni ecclesiastiche: nella Bibbia ci sono vari riferimenti al fatto che il Sole si muove intorno alla Terra.


Copernico sul Sole

Non a torto alcuni lo chiamano lampada del mondo, altri mente, altri reggitore. Trismegisto lo chiama Dio visibile, Elettra, nella tragedia di Sofocle, colui che tutto vede. Così, per certo, come assiso su un trono regale, il Sole governa la famiglia degli astri che gli ruotano intorno










Religione

L’evento cruciale è la Riforma protestante, il movimento religioso, con risvolti politici di tipo rivoluzionario, che ha interessato la Chiesa nel XVI secolo e che ha portato alla nascita del "cristianesimo evangelico".

L'origine del movimento è da attribuire al frate agostiniano Martin Luther (Martin Lutero). Altri protagonisti importanti furono Giovanni Calvino, Ulrico Zwingli, Thomas Müntzer e Filippo Melantone.

Tradizionalmente, la storiografia identifica l'inizio della Riforma nel 1517 con l'affissione, da parte di Martin Lutero, di 95 tesi da discutere in pubblico.

Il punto di partenza della protesta fu lo scandalo della vendita delle indulgenze, ma in generale era in discussione l'opera di una Chiesa romana corrotta e lontana dal Vangelo.

La Chiesa cattolica, oltre alle reazioni spontanee di personalità quali Erasmo da Rotterdam e Tommaso Moro, dopo aver inutilmente tentato di fermare Lutero, prese atto dell'avvenuto scisma e, nel Concilio di Trento (convocato nel 1545 proprio in un territorio vicino alla Riforma) tentò invano di ritrovare l'unità perduta e finì con una riorganizzazione generale del Cattolicesimo.

1555, Pace di Augusta: l‘imperatore Carlo V sancì il principio "Cuius regio, eius religio", cioè il lasciare ai vari principi tedeschi la decisione circa il culto nel loro territorio.
Si trattava di una specie di federalismo religioso→ la Chiesa di Roma non controllava più il Sacro Romano Impero.



Martin Lutero , Eisleben, 1483-1546

Di umili origini, entra in convento e diventa frate e dottore in teologia, attratto soprattutto da sant'Agostino e San Paolo (molto incentrati sul peccato e la necessità della grazia di Dio).

Colpito dalla corruzione della Chiesa a Roma (definita “nuova Babilonia”) e soprattutto dalla vendita delle indulgenze (come già un secolo prima Jan Hus, che però finì al rogo), nel 1517 rende pubbliche 95 tesi (si dice furono affisse sul portone del Duomo di Wittemberg).

Pur cercando il dialogo, in seguito criticherà altri aspetti essenziali del cattolicesimo fino a definire “anticristo” il papa Leone X.

Grazie all'aiuto del principe Federico di Sassonia, si salva dalla condanna di Roma e il suo movimento comincia a diffondersi nell'Europa settentrionale e centrale.

Negli ultimi anni dovrà prendere le distanze dagli elementi più estremisti e dai disordini sociali da essi provocati.

Ebbe 6 figli dalla moglie Caterina, ex monaca.


Sola Scriptura – Sola gratia - Sola fide – Solus Christus

Per Lutero la giustizia divina non è premiare gli atti buoni e punire i cattivi, ma rendere giusti i peccatori attraverso il dono della grazia → sola fonte di salvezza è la fede (le opere in sé non hanno valore perché l’uomo è sempre peccatore).

Solo l'esame individuale della Scrittura determina gli articoli e i contenuti di fede → la gerarchia ecclesiastica è inutile, ogni ruolo di mediazione è negato → sacerdozio universale.

Non esiste realmente un libero arbitrio (incompatibile con l'onnipotenza e l’onniscienza divine) → l'uomo è predestinato a essere salvato o dannato.

Due soli sacramenti sono documentati dal Vangelo come istituiti da Gesù: battesimo ed eucaristia (detta cena del Signore). Essi tuttavia sono validi solo se c'è l' intenzione soggettiva del fedele, quindi perdono il loro valore oggettivo. [Per lo stesso motivo (oltre che per fedeltà al testo biblico), nell'eucarestia c’è consustanziazione, non transustanziazione come sostengono i cattolici.]

Il Papa non ha alcuna autorità speciale
→ I singoli fedeli sono responsabilizzati.

Ermeneutica. Per la prima volta il lettore non è solo interprete, ma interpretato: la lettura del testo modifica il lettore.


Giovanni Calvino (Jean Cauvin), Noyon 1509 – Ginevra 1554

Di famiglia borghese e devota, non diventa sacerdote per contrasti vari.

Studia teologia e legge (è più umanista di Lutero).

Da Parigi si sposta a Ginevra. Tenta di eliminare i contrasti interni ai riformati. Dopo un iniziale esilio, ritorna a Ginevra e, nel 1541, organizza una città-Chiesa in cui gli uomini possano vivere sempre guidati dalla volontà di Dio.
Rigidità e controllo sociale. Istituisce la “venerabile compagnia”, una magistratura speciale di controllo. Calvino ebbe responsabilità nella condanna al rogo di Michele Serveto (per eresia, antitrinitarismo).

Ispirato dal Vecchio Testamento e dall'onnipotenza di Dio, pensa che la salvezza derivi solo dalla grazia divina → accentua l’idea di predestinazione.

Esiste solo una Chiesa, la comunità dei fedeli predestinati alla salvezza (gli eletti) → non ci sono sacerdoti. Dunque stabilisce un principio “democratico” di autorità dal basso: la Chiesa sono i fedeli, non i suoi rappresentanti.

Per schematizzare (un po’ banalizzando): rispetto al Luteranesimo, il Calvinismo è più ottimista nei confronti di Dio e più pessimista nei confronti dell'uomo.

L’attenzione dei luterani è più sulla causa (la grazia), quella dei calvinisti è sugli effetti (le opere)
→L'uomo realizza i valori etici impegnandosi per il successo nella propria attività. Il successo lavorativo o economico può essere il segno (non strumento!) dell’essere predestinati alla salvezza, di essere tra gli eletti.
A questo proposito cfr le tesi di Max Weber esposte nel suo famosissimo L'etica protestante e lo spirito del Capitalismo.

Oggi il termine “calvinista” è a volte usato come sinonimo di “puritano”



Tommaso Moro (Thomas More), Londra 1478-1535

La sua brillante carriera politica nell'Inghilterra di Enrico VIII (era un lord e Cancelliere del Regno) si interrompe al suo rifiuto di sottoscrivere l'Atto di supremazia che sanciva lo scisma della Chiesa Anglicana → viene giustiziato.
La testa fu esposta sul London Bridge per un mese e recuperata da sua figlia

Mentre è ospite dell'amico Erasmo da Rotterdam, scrive Utopia, in cui fonda i principi della società ideale su basi razionali.
Utopia è un'isola immaginaria in cui si realizza la nazione perfetta. L’intento è soprattutto politico: stimolare le riforme in Inghilterra.

Fu proclamato santo nel 1935 da Pio XI.

La Chiesa anglicana ha origine nell'Atto di Supremazia del 1534, con cui il Parlamento dichiarava il re Enrico VIII "capo supremo della Chiesa d'Inghilterra". Fu inizialmente uno scisma dalla Chiesa di Roma (soppressione di monasteri, distribuzione di terre e beni a nobili e borghesi inglesi). Solo con Edoardo VI ed Elisabetta I, la Chiesa Anglicana ebbe un indirizzo più marcatamente teologico nel senso della Riforma. Dall’anglicanesimo derivano Presbiteriani, Congrezionalisti, Battisti, Quaccheri e, successivamente, Metodisti.


L'isola (felice) che non c'è

Nel romanzo Utopia...

Il marinaio portoghese Raffaele Itlodeo, nel suo viaggiare, finisce per approdare in un'isola sconosciuta. È Utopia (=non luogo), fondata da Utopo nel 244 a.C.
A Utopia ci sono 54 città, tutte uguali e con lo stesso numero di abitanti. La capitale è Amauroto (=evanescente), bagnata dal fiume Anidro (=senza acqua).
A Utopia non esiste la proprietà privata, non c'è il denaro né gli oggetti di lusso, gli abiti sono tutti uguali, ognuno usa i beni secondo il suo bisogno.
Il lavoro è un dovere sociale di tutti e si lavora per 6 ore al giorno
Le cariche politiche sono elettive e durano un anno (tranne il principe eletto, che è a vita)
Per le decisioni importanti c'è il referendum.
La guerra è una vergogna (anche vincerla).
La cultura e la scienza sono essenziali.
Il gioco nazionale sono gli scacchi.
La libertà di pensiero è garantita, c'è la tolleranza religiosa (l'ateismo però provoca emarginazione poiché dannoso).



Erasmo da Rotterdam, Rotterdam 1466 ca – Basilea 1536

Viaggiatore instancabile, grande amico di Tommaso Moro, fu strenuo propugnatore dell'istanza di rinnovamento delle strutture ecclesiastiche.
Critica soprattutto la corruzione del clero e il formalismo, che riduce il Cristianesimo a astratti e sterili riti senza nemmeno valore etico.

Scrive l'Elogio della follia in cui loda i folli che si aprono all'amore del prossimo, perdonano i nemici, donano i propri beni (→ dunque il primo folle è Gesù).

Fedele al Cattolicesimo, non aderisce al Protestantesimo perché, da umanista, lo ritiene dottrinalmente duro, ma soprattutto perché, contro Lutero, è un sostenitore del libero arbitrio.

È la follia dell'innamoramento che ci ha fatto nascere, è la follia dell'arte quella che fa comporre musica e scolpire statue. Lo stesso vale per la convivialità, la fama, il sesso, la vanità, i giochi e perfino la religione.
La vita è bella solo quando non si ragiona.


La Controriforma

La Controriforma è la vasta azione svolta dalla Chiesa cattolica realizzare quella «riforma nel capo e nelle membra», già discussa nei concili del 15° sec. e resa urgente dal dilagare della Riforma protestante.

Il Concilio di Trento (1545–1563), fallito il dialogo con i protestanti, fissò il dogma del peccato originale e quello della giustificazione per la fede e per le opere (condannando il principio luterano della giustificazione per la sola fede), affermò il valore del libero arbitrio persistente anche dopo il peccato originale, confermò l’autorità del Papa e l’oggettività dei sette Sacramenti, vietò la libera interpretazione delle Scritture, riscrisse il Catechismo, istituì i seminari e il celibato dei preti.

Nel campo della disciplina, si diedero norme per la scelta e l’azione dei cardinali e dei vescovi, condannando il nepotismo.
Nel campo morale si diffuse una maggiore benignità nei confronti di tutte le condizioni psicologiche degli atti umani.
Lotta contro l’eresia (Inquisizione e Indice).

Nuovi ordini religiosi (come i cappuccini, le orsoline, i teatini, i barnabiti) erano parte fondamentale di questa svolta. Specialmente i gesuiti, che divennero predicatori, confessori di monarchi e principi ed educatori. A loro si attribuisce l'arresto del protestantesimo in Polonia, Boemia, Ungheria, Germania meridionale, Francia e Olanda spagnola e all'espansione della Chiesa nelle Americhe e in Asia (cfr. Matteo Ricci).


Un confronto schematico tra riformatori e la posizione della Chiesa cattolica



Arte

Anche nel campo dell’arte, l’autonomia dalla Chiesa creò nuovi committenti e nuove libertà per gli artisti.
L'arte del Rinascimento si sviluppò a Firenze a partire dai primi anni del Quattrocento. Da lì si diffuse nel resto d'Italia e poi in Europa.
Bastino alcuni nomi: Masaccio, Botticelli, Michelangelo, Raffaello, Leonardo, Piero della Francesca, Giorgione, Bramante, Tiziano, Tintoretto, Beato Angelico, Brunelleschi, Alberti, Perugino, Lotto, Donatello, Crivelli, Mantegna, Signorelli, Veronese, Palladio...

L'invenzione della prospettiva.
Ai primi del secolo Filippo Brunelleschi mise a punto un metodo matematico-geometrico e misurabile per comporre lo spazio illusorio secondo la prospettiva lineare centrica, partendo dalle nozioni dell'ottica medioevale e immaginando un nuovo concetto di spazio: infinito, continuo, preesistente alle figure che lo occupano.
Il sistema si basava sulla fissazione del punto di fuga della visuale, intorno al quale erano ricostruite in proporzione matematica, le grandezze (→distanze) degli oggetti dipinti.

Ordine razionale + centralità dello sguardo umano.


Un dipinto (uno tra  i tanti possibili) emblematico della temperie rinascimentale

Vincenzo Foppa: Il fanciullo che legge Cicerone (o Cicerone, fanciullo, che legge). Affresco proveniente dal Banco Mediceo di Milano, dove fu dipinto verso il 1464. Ora conservato alla Wallace Collection di Londra.


sabato 25 giugno 2016

26 maggio 2016 - Lezione 25 - Cristianesimo - Scolastica (Tommaso e Occam)


Francescani e domenicani

Quando il vecchio mondo feudale cominciò a lasciare spazio alle prime città e alla nobiltà feudale cominciò a sostituirsi una nuova classe dirigente, la borghesia e gli ordini religiosi si adattarono
I monasteri dovevano andare verso le persone e così cominciarono a nascere gli ordini mendicanti, di cui fanno parte domenicani e francescani.
Ai monasteri sperduti si aggiungono i conventi alle porte della città.
Dai monaci (da monos = solo, solitario) si passa ai frati (= fratelli di tutti gli uomini)

Francescani
L'ordine dei Francescani ha origine da Francesco d'Assisi, che ottenne dal papa, nel 1210, la possibilità di vivere in assoluta povertà evangelica. L'ordine da lui fondato, infatti, a differenza degli altri ordini religiosi esistenti, in particolare agostiniani e benedettini, ebbe il carisma di praticare non solo una vita povera, non possedendo beni quali conventi e terre, ma anche di condurre una vita mendicante.

Domenicani
L'Ordine dei Frati Predicatori della Chiesa cattolica, è popolarmente noto come ordine dei domenicani.
Fondato da Domenico di Guzmán, l'ordine ricevette approvazione nel 1216. I frati sono chiamati al carisma della predicazione, allora molto raro poiché riservato quasi esclusivamente ai vescovi e ai pochi sacerdoti che avevano ricevuto un'istruzione adeguata

La principale differenza tra francescani e domenicani, entrambi ordini mendicanti, è data dal fatto che i domenicani erano dediti soprattutto allo studio, alla cultura e al contatto con gli intellettuali del tempo, mentre i francescani scelsero la povertà radicale e la loro predicazione era più adatta al popolo.



Scolastica e Università

Fondatore è considerato Giovanni Scoto Eriugena.

La parola viene da “scholae”.

La rinascita carolingia e il monachesimo sono i presupposti. Nella Schola Palatina, fondata da Carlo Magno, si stabilisce la divisione del sapere nelle sette arti liberali  del trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica).

Inizialmente è la riflessione filosofica sulla Scrittura praticata nelle scuole (dei monasteri, vescovadi, abbazie, ecc.).
Dal 1200 circa, nascono le università e la scolastica è diventa la filosofia delle università.

Metodo: lectio e disputatio (metodo della quaestio). La Scrittura è il fondamento. Si può chiarire l'incerto a partire da auctoritates: i Vangeli, i dogmi, i padri della Chiesa

La filosofia è ancilla theologiae. In questioni non di fede ci sono auctoritates anche tra i filosofi greci e i pensatori islamici. Dopo San Tommaso l'auctoritas per eccellenza diventerà Aristotele (Ipse dixit).
L'auctoritas non poteva essere smentita



Le tre fasi della Scolastica

1) IX-XII sec (culmina con sant’Anselmo d’Aosta)
Nel primo periodo (importante è la figura di Anselmo d’Aosta) l’influsso è platonico-agostiniano, poi gli arabi portano le opere dimenticate di Aristotele. Fede e ragione in accordo

2) XIII sec (Abelardo e San Tommaso)
Gli scolastici (san Tommaso in primis) delineano un sistema filosofico onnicomprensivo basato sulla ragione conciliandolo con la fede. Fede e ragione si distinguono ognuna nel suo ambito

3) XIV (Duns Scoto e Guglielmo di Ockham)
La terza fase, soprattutto con il movimento francescano (Ockham in particolare), reagisce ad Aristotele, torna a Agostino (e a Platone), sostenendo la separazione tra fede e ragione (e la superiorità della prima), cosa che però di fatto aprirà la strada alla nascita del pensiero scientifico. Disaccordo tra fede e ragione


I grandi temi

Ci sono temi propriamente religiosi (trinità, definibilità di Dio, natura di Cristo), ma viene dibattuto anche il rapporto tra fede e ragione (chi deve prevalere?).

C’è poi la disputa sugli Universali (i concetti generali hanno realtà o sono nomi?) e delle prove circa l’esistenza di Dio (a priori o a posteriori?)

Importanti, anche se non comprese fino al ‘900, sono le indagini sul linguaggio (che rapporto c’è tra le parole e le cose?)



a) Temi religiosi

La Trinità (prevale una persona?)

Definibilità di Dio (solo teologia negativa? Per San Tommaso è possibile una teologia razionale)

Natura di Cristo (solo Dio? Uomo e Dio? Insomma: Monofisismo o no?)

Rappresentabilità di Dio (idolatria? →Iconofili e iconoclasti)

Natura dell'eucaristia (transustanziazione o consustanziazione?)






b) Fede - Ragione

Dialettici e antidialettici

Anselmo d’Aosta: credo ut intelligam, credo per comprendere

Abelardo: intelligo ut credam, ragiono per credere (posizione coraggiosa e innovativa);

Tommaso: sintesi → la ragione è autonoma circa il mondo sensibile ma è umana e fallibile: in caso di conflitto prevale la fede. Ad esempio: il mondo è eterno o è stato creato? Indecidibile → interviene la rivelazione

c) La disputa degli Universali 

Gli Universali sono gli eredi delle idee platoniche. La definizione è: id quod aptum est praedicari de pluribus (ciò che si può predicare di più cose).

Il punto è che, se esistono, allora la mente può conoscere l’essenza della realtà attraverso la ragione, altrimenti la conoscenza è solo empirica e sensibile.

Anselmo d’Aosta (realismo): sono ante rem

Roscellino: (nominalismo): sono flatus vocis, pure emissioni di voce

Abelardo (concettualismo): rappresentano un significato, sono nel linguaggio

Tommaso d’Aquino (realismo moderato): sono ante rem nella mente divina, in re come essenza posta da Dio nelle creature, post rem come astrazione dalle cose

Guglielmo di Ockham (nominalismo moderato): sono astrazioni per cui la mente coglie i caratteri comuni.


d) Indagini sul linguaggio

Che rapporto c’è tra le parole e le cose?

Queste indagini varranno agli scolastici la fama di cavillosi. In realtà sono analisi che saranno riprese e comprese solo nel ‘900.















e) Esistenza di Dio

Sant'Anselmo, argomento ontologico, a priori: Se dio è ciò di cui non possiamo pensare che sia cosa maggiore (cioè ha tutte le perfezioni), allora esiste necessariamente perché altrimenti qualsiasi cosa esistesse sarebbe avrebbe una perfezione che manca a Dio.

Critica di Gaunilone: pensiero e realtà sono cose diverse (altrimenti penso un'isola perfetta e poi esiste!).
Risposta di Anselmo (perfettissimo è solo Dio, di un'isola posso pensare sempre qualcosa di maggiore →l'argomento vale solo per Dio) → priorità della causa

San Tommaso d'Aquino non crede che la mente umana possa pensare l'essenza divina. Si rimane al pensiero dell'uomo → Sono possibili solo prove a posteriori
→  Le 5 vie: da movimento-immobilità, da causa-effetto, da contingente-necessario, da imperfetto-perfetto, da disordine-ordine finalistico) → priorità dell'effetto


Eloisa e Abelardo

Pietro Abelardo (Pierre Abélard; Le Pallet, 1079 – Chalon-sur-Saône, 21 aprile 1142), chierico e brillante teologo è famoso come logico.
Importante, ad esempio, è la sua opera Sic et non, che fa capire come prediligesse la discussione razionale su ogni argomento. Ma più famosa è la sua romantica storia d'amore con Eloisa, colta fanciulla che le fu affidata dallo zio Fulberto per essere istruita (Abelardo pensò: “non mi sarei meravigliato di più se avessi visto affidare una tenera agnellina a un lupo affamato”).
Quando lei rimase incinta, Abelardo inizialmente rifiutò il matrimonio riparatore. Eloisa rispettò le sue scelte e, pur continuando ad amarlo immensamente (per Eloisa era una dedizione totale e assoluta, quasi annullamento di se stessa, che durerà per tutta la vita), si ritirò nel convento a Argenteuil.
La passione non li abbandonerà: Abelardo andava a trovarla di nascosto (non riuscendo a frenare il desiderio, non essendovi altro posto dove andare, i due amanti fecero l'amore senza freni e senza vergogna, anche in un angolo del refettorio).
Abelardo, però, dopo la nascita del figlio Astrolabio, accettò infine le nozze riparatrici a condizione che fossero tenute segrete per non pregiudicare la sua carriera accademica.
Fulberto, che da tempo covava desiderio di vendetta, fece evirare Abelardo, che poi prese i voti nel monastero di san Dionigi (Saint Denis) mentre Eloisa lo aveva preceduto e, su decisione di Abelardo, si fece monaca ad Argenteuil.
Seguì un periodo molto travagliato. Abelardo riuscì anche ad avere di nuovo successo come insegnante, sia come abate di Saint Gildas, sia come professore a Parigi.
Eloisa continuò ad amarlo. Abelardo, nella loro fitta corrispondenza, appare sempre più orientato alla sublimazione del suo amore verso Dio e appare molto distaccato.

Perché la sublimazione si dovrebbe raggiungere soltanto annichilendo i sensi e il sentimento d'amore che si prova verso un'altra persona?



Vamos con Aristòteles

Nell'Alto Medioevo divenne forte l'influenza degli arabi di Spagna. Gli arabi avevano mantenuto viva la tradizione aristotelica: commenti e traduzioni venivano ora tradotti in latino
→ riproposizione del problema del rapporto tra Rivelazione e filosofia antica
→ con Averroè (Ibn Ruschd) in particolare, sostenitore dell'esistenza di una sola anima superindividuale e dell'eternità della materia, nascerà la dottrina della doppia verità (se anche le verità della ragione e della fede sono in contraddizione tra loro, entrambe sono valide nel loro ambito)
→ interesse per le scienze naturali, per le quali il ricorso a Aristotele divenne obbligato (auctoritas)

San Tommaso, secondo cui Averroè aveva contraffatto l'insegnamento di Aristotele, assimilerà l’aristotelismo in forma più moderata, cristianizzandolo così come Agostino aveva cristianizzato Platone.



TOMMASO d'AQUINO
(Roccasecca 1225 – Fossanova 1274)

Nato a Roccasecca, presso Aquino, da una nobile famiglia. Studia nell'abbazia di Montecassino. A dell’ostilità della sua famiglia (che lo ostacolò nei suoi progetti di religioso), si trasferisce a Napoli dove prende gli ordini religiosi come monaco domenicano (per Domenico era importante difendere e diffondere la fede con la cultura). Nel 1259 è professore a Parigi dove conobbe il suo maestro Alberto Magno.

Il “bue muto” fu per un periodo considerato un rivoluzionario: nel 1277 l'Università di Parigi condannò alcune sue tesi. L'opera più importante è la Summa theologiae.

La teologia deve essere una scienza. Tommaso non poteva accettare l’idea agostiniana che Dio fosse raggiungibile attraverso l’interiorità. Gli sembrava una via irrazionale, se non mistica. Non la rinnegava ma pensava che la ragione dovesse essere lo strumento privilegiato di comunicazione con Dio.
Quindi cercò di conciliare Aristotele (il campione della razionalità) e Cristianesimo facendo una sintesi di ragione e fede: la filosofia e la rivelazione non sono in contraddizione e, con l'aiuto della ragione, possiamo giungere alle verità contenute nella Bibbia (poi la rivelazione completa il ragionamento: es. dell'eternità del mondo che è un’ipotesi razionale)
→ Teologia razionale: Aristotele ha cominciato il percorso che porta all'unica verità

Dio si è rivelato agli uomini attraverso la Bibbia e attraverso la ragione (che osserva la creazione); Dio ci spiega come vuole che viviamo attraverso la Bibbia e attraverso la coscienza.


Tutto viene da Dio

Tommaso d’Aquino è considerato il massimo esponente della filosofia cristiana. Pur se in alcune cose oggi è superato, la teologia e il Magistero cattolici hanno sempre attinto dai suoi scritti.
Il tomismo è il movimento di pensiero cattolico che si richiama a Tommaso e alla sua metafisica.

Tutto viene da Dio. Non ci può essere nulla che contraddice ciò che Dio ha creato, compresa la razionalità. La filosofia di Tommaso è in realtà una grande sintesi (concordismo) tra Bibbia, padri della Chiesa, pensiero filosofico classico (soprattutto Aristotele, il pagano!), con influenze del mondo arabo → realizza un vero e proprio umanesimo cristiano (fede e ragione) con qualche interesse anche per la natura e la scienza.

È anche grazie a lui che nelle università si passa dalla lectio alla quaestio (sono più di 500 quelle guidate da Tommaso).

Realismo moderato negli universali.

Distinzione di ambiti tra ragione e fede.

La razionalità arriva ai preambula fidei → Ma la ragione ha una sua autonomia e non si può dire che è semplicemente ancella della teologia


Tomismo

1. Concezione scientifica forte (da Aristotele): da premesse universali a conclusioni universali. E quindi la teologia? Per Tommaso è scienza perché le premesse (articoli di fede) vengono da Dio stesso e quindi sono universali. A questo punto, poi, si può applicare la logica.

2. Rivelazione e ragione non possono essere in conflitto, ma sono due vie per l'unica verità → La filosofia non è ancella. Può accadere che la ragione cada nell'errore: il conflitto, casomai, è apparente e solo a posteriori. Ma la filosofia è AUTONOMA: si rivolge all'uomo.

3. Come per Aristotele, la filosofia è soprattutto contemplazione e ha il primato sulle scienze pratiche

4. Come per Aristotele, Il problema centrale è l'essere. Tommaso deriva da Platone-Plotino-Agostino anche la partecipazione: il mondo partecipa dell'essere, cioè possiede parzialmente. Ma come per Aristotele non ci sono le idee e noi non siamo copie: gli individui hanno valore in sé che viene da Dio.

5. Ci sono argomentazioni per l’esistenza di Dio (a posteriori, solo razionali, per tutti). Le deriva da Platone e Aristotele. La realtà è contraddittoria (per es. mutevole e non causa sui)→ occorre postulare una soluzione chiara al lato oscuro della vita.

6. La conoscenza è basata sui sensi. Ma con l'astrazione e l'analogia possiamo attingere agli universali, che sono essenze colte immaterialmente (genere e specie). La conoscenza di Dio è per analogia.

7. Siamo sinolo di anima e corpo (ma solo anima intellettiva!). Il problema del sinolo è che muore anche l'anima (era ciò che sosteneva Averroè)→ Ma l'uomo si differenzia dagli animali: l'anima è sussistente, poiché autocosciente, può conoscere tutte le forme, conosce l'universale. Differenziandosi in tal modo radicale dal corpo, l’anima umana è eterna.


Sant’Aristotele

Occorreva cristianizzare Aristotele, il campione della razionalità umana, soprattutto dopo che Averroè lo aveva presentato in modo incompatibile con il cristianesimo.

Il passaggio da potenza a atto (materia e forma) viene integrato con l’esistenza, data da Dio. Per cui l’atto non è più la forma ma l’esistenza.
Per la precisione la potenza è materia + essenza (quidditas) e l'atto è l'esistenza.
La forma dell’uomo (anima) è diversa da quella degli altri enti.
Dunque essenza è distinta da esistenza. Ogni ente è un'essenza che ha l'essere (esiste). Ogni ente è id+est. E Dio dà l'essere alle essenze.
Solo in Dio essenza ed esistenza coincidono. Dio è essere, le creature hanno l'essere. E così tra l’altro che possono essere conosciute.

Ma allora non si tratta dello stesso essere? No, le creature partecipano dell’essere, ma non sono lo stesso essere: lo possiedono in parte. Questo è il concetto di analogia dell'essere: tra l'essere di Dio e l'essere delle creature non vi è identità né opposizione, c'è somiglianza in proporzione diversa.
→ Salvaguarda l'assoluta trascendenza di Dio e evita il panteismo (non è lo stesso essere)
→ Dà la supremazia alla Teologia che sola può studiare e conoscere Dio (per analogia)


Le cinque vie

Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu→

Le cinque prove (a posteriori) per la dimostrazione dell'esistenza di Dio:

1. tutto ciò che si muove è mosso da altro (ex motu)

2. ogni cosa ha una causa (ex causa)

3. ogni cosa è contingente (ex possibili)

4. ogni cosa ha vari gradi di perfezione (ex gradu)

5. ogni cosa è ordinata a uno scopo (ex fine).





GUGLIELMO DI OCKHAM (o Occam)
(Ockham 1280/90 – Monaco di Baviera 1349/50)

Francescano → Ritorno a Sant’Agostino e a Platone.

Grande contestatore (anche di papa Giovanni XXII) e sostenitore di una Chiesa povera. Fu dichiarato eretico (ma si tolse la soddisfazione di dichiarare eretico il papa!)

Dio non ha creato il mondo per "intelletto e volontà" (come dice Tommaso d'Aquino), ma per sola volontà, e dunque in modo arbitrario, senza né regole né leggi, che ne limiterebbero la libertà d'azione.

Quindi non è possibile una collaborazione tra fede e ragione → si dissolve un presupposto della scolastica.
La ragione è impotente di fronte al sacro, anche riguardo i preambula fidei.

La teologia non può essere scienza
→ Fideismo (primato assoluto della fede).

Esistono solo le cose particolari. L'unico sapere possibile diventa quello fondato sull'esperienza di cose ed eventi individuali (qui è, in parte, aristotelico)


Il Rasoio di Occam

A partire dalla riflessione sugli Universali, Occam dirà: Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem (o sine necessitate).
[Gli enti non sono da moltiplicare al di là del necessario (o senza necessità)]

È un principio di economia ontologica → "essenza", "sostanza", "etere", "spazio", "tempo", "legge naturale"… Tutti concetti che vengono giudicati inutili da Occam.

Tale principio, ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno, nella sua forma più immediata suggerisce l'inutilità di formulare più teorie di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.
Si tende a definire la teoria del Rasoio di Occam come la scelta più semplice.


Da Occam alla scienza

Guglielmo di Occam è l'ultimo pensatore medioevale e il primo (suo malgrado!) moderno.
Dopo di lui, posto il primato assoluto della fede e l’impossibilità di relazione paritaria con la ragione, la filosofia deve trovare una nuova collaborazione.

La filosofia troverà collaborazione nella ricerca empirica
→ Si apre la via allo studio della natura e della scienza moderna.

martedì 26 aprile 2016

14 aprile 2016 - Lezione 24 - Cristianesimo - Patristica (Agostino)




Le due radici

Gesù era ebreo. Gli ebrei appartengono all'area culturale-linguistica semitica, originaria della penisola araba. I greci e i romani invece appartengono all'area indoeuropea, originaria del Mar Nero-Mar Caspio (poi India, Iran, Grecia, Roma, Scandinavia, Russia...)

Gli indoeuropei sono politeisti (l'indiano Dyaus diventa il greco Zeus). La concezione del mondo presenta una lotta eterna tra le forze del bene e quelle del male (è uno dei motivi per cui si cerca di capire il destino dell'Universo). Si ricerca un sapere che permetta la conoscenza del mondo (“vidya”, in sanscrito, diventa “idea”, in Grecia). La vista è l'organo privilegiato della conoscenza (visioni cosmiche, ma anche raffigurazione visiva delle divinità).
Visione ciclica del tempo. La storia si svolge in cicli. (La morte è un evento naturale).
L'essere umano può raggiungere l'unità con il principio divino attraverso la conoscenza e/o l'ascesi
Si trova la credenza nella reincarnazione, vista come condanna da cui ci si può liberare

I semiti sono monoteisti (la radice di “Allah” si trova anche nell'Antico Testamento). La concezione del mondo si fonda sulla fede in in unico Dio che crea il mondo, vince il male e interviene attivamente nelle vicende umane. Più importante della conoscenza sono l'obbedienza ai testi sacri e la fede (c'è una terra promessa). L'udito è l'organo privilegiato (Ascolta, Israele!). È vietato raffigurare Dio.
Visione lineare del tempo. La storia è escatologica: si realizza alla fine ciò che era stato detto all'inizio. Dio crea il mondo → la  storia  dipende dalla volontà di Dio (→ grande interesse per la storiografia).
C'è una netta divisione tra Dio e la sua creazione (trascendenza)
Non c'è nulla di immortale, la vita terrena è una sola: occorre liberarsi dal peccato e dalla colpa. Preghiera, fede e grazia



Israele e Gesù

Dio creò il mondo. Poi gli uomini si ribellarono → cacciata dall'Eden e comparsa della morte.
Patto con Abramo e il suo popolo. Patto rinnovato con Mosè (Tavole della Legge)
Il regno d'Israele (unito sotto Saul, Davide e Salomone) si divise. Poi fu conquistato (Assiri al nord e Babilonesi al sud). Nel 536 a.C. il tempio di Gerusalemme fu ricostruito, ma da allora gli ebrei furono sempre sottomessi.
Dio aveva tradito il patto di protezione? I profeti del giudizio spiegarono che era la punizione per aver disubbidito alle leggi. Altri (i profeti della redenzione) cominciarono a dire che sarebbe venuto un “principe di pace”, un Messia, un salvatore, un figlio di Dio a salvare gli ebrei ripristinando l'antico regno voluto da Dio [le parole chiave sono: Messia, figlio di Dio, salvezza, regno di Dio]
Gli ebrei interpretarono in senso politico le parole dei profeti (un nuovo re David li avrebbe liberati dal giogo straniero). Quando Gesù si presentò loro usando le stesse parole dei profeti (Messia, figlio di Dio, salvezza, regno di Dio) non lo riconobbero. Poi perdonava i peccati, chiamava Dio Abbà (padre), predicava l'amore (chiedeva di amare anche il proprio nemico!), l'umiltà e il perdono. Diceva di non giudicare.

Con Socrate abbiamo imparato che il potere non sopporta la razionalità. Con Gesù abbiamo imparato che non sopporta nemmeno l'amore.


Paolo di Tarso

La Chiesa cristiana comincia il mattino di Pasqua, con l'annuncio che Gesù è risorto.
Per l'area semita non c'era nulla di immortale → comincia la predicazione con l'annuncio della buona novella della salvezza eterna attraverso la fede in Gesù.
Il fariseo Paolo (o Saulo) di Tarso si convertì pochi anni dopo la morte di Cristo e cominciò i suoi innumerevoli viaggi missionari → cristianesimo come religione mondiale, perché per Paolo il Cristianesimo non era solo per gli ebrei: c'era un nuovo patto, universale.
Organizzatore in senso gerarchico delle comunità, Paolo fu di fatto il primo teologo cristiano. Definì la dottrina (per distinguersi dalle altre religioni e prevenire scissioni interne): la professione di fede.
Si può dire che è stato l'inventore del Cristianesimo.



Perché non possiamo non dirci cristiani

Il Cristianesimo ha avuto ed ha un influsso enorme nella cultura. (cfr. l’articolo di Benedetto Croce nel 1942: “Perché non possiamo non dirci cristiani”).
Esso segna una grande rottura con il pensiero antico: monoteismo, creazionismo, antropocentrismo, rivelazione, provvidenza personale, peccato originale, grazia, amore, povertà, storia (escatologia).
Esistono verità di fede  dal punto di vista soteriologico (= che riguarda la salvezza), le verità di fede superano i limiti della ragione.
Interdipendenza tra dottrina e vita pratica dei fedeli (fede + opere)


Il Medioevo

Termine coniato nel Rinascimento per indicare un periodo buio tra l'antichità classica e la rinascita rinascimentale.
In realtà solo i primi secoli furono davvero una fase di decadenza (non c'erano più le fogne, i bagni pubblici, le biblioteche, le architetture, si ritornò al baratto e ad un'economia di sussistenza). Basti pensare che Roma da un milione di abitanti arrivò, nel 600, a 40.000.
L'impero romano si divise in tre: 1) Europa occidentale (religione cristiana, lingua latina, capitale Roma, cultura eclettica, neoplatonica e stoica, atteggiamento pratico) 2) Europa orientale (religione cristiana, lingua greca, capitale Costantinopoli, poi chiamata Bisanzio, cultura platonica, atteggiamento speculativo) 3) Africa settentrionale, parte della Spagna e Medio Oriente (religione musulmana, lingua araba, vari luoghi sacri, cultura aristotelica, atteggiamento scientifico ← gli arabi ereditarono la scienza greca, per esempio da Alessandria, e furono sempre all'avanguardia nelle scienze (es. numeri arabi).
Questi tre filoni si ricongiunsero nell‘Italia della fine del Medioevo
-->Le radici diventano tre


I primi concili (secoli IV-V) 

Il concilio ecumenico è una riunione solenne di tutti i vescovi della cristianità per definire argomenti controversi di fede o indicare orientamenti generali di morale.
Si definiscono i dogmi: creazione, trinità, incarnazione, resurrezione, sacramenti, ecc.
La Chiesa, dopo la fase “eroica” dei martiri e della clandestinità, vide uno scadimento della tensione morale, insorsero dispute dottrinarie e ci fu la necessità di organizzare la massa dei fedeli. Si pongono importanti questioni: liturgia, clero, salvezza, peccato, male, libertà, grazia, predestinazione, volontà, tempo, rapporto fede-ragione.
Primo concilio: Nicea (325)






Patristica e Scolastica

La filosofia di questo periodo si divide generalmente in:

Filosofia patristica (II-VIII sec), filosofo di riferimento: Platone (Aristotele non era ancora conosciuto). Si dedica all’elaborazione delle dottrine di fede. Figura principale: Sant’Agostino (354-430).

Filosofia scolastica (IX-XIV sec), filosofo di riferimento: Aristotele. Si dedica a sistematizzare il sapere e a giustificare mediante la ragione le dottrine elaborate dalla Patristica. Figura principale: San Tommaso d’Aquino (1224-1274).










Patristica (II-VIII sec)

Patristica (= dei padri della Chiesa)
Due scopi: 1. definire gli articoli di fede per i fedeli 2. difendere (da cui il nome di apologetica e apologisti) il cristianesimo dai pagani e dalle eresie.
Gli articoli di fede sono sostanzialmente i dogmi.
Gli attacchi dei pagani consistono nell’accusa di incoerenza, assurdità o malvagità della nuova religione (basta pensare a Dio crocifisso o all’Eucaristia).
Le eresie (da hairesis = scelta) rappresentano un “nemico interno”: sono interpretazioni del cristianesimo lontane da quelle ufficiali del magistero della comunità ecclesiale.

La patristica si divide generalmente in tre periodi:
1. fino al 200 è dedicata alla difesa del cristianesimo contro i suoi avversari (padri Apologisti, San Giustino martire)
2. fino al 450 è il periodo in cui sorgono invece i primi grandi sistemi di filosofia cristiana (Sant'Agostino, Clemente Alessandrino)
3. fino al VIII secolo è rielaborazione delle dottrine già formulate e di formulazioni originali (Boezio).


Alcune eresie

Gnosticismo: la salvezza non passa attraverso la fede ma attraverso la conoscenza (cioè la gnosi, che è di solito un’illuminazione riservata a pochi iniziati). Gesù Cristo (un’emanazione di Dio) reca questa conoscenza elitaria.

Manicheismo: fondato dal persiano Mani (216-273 ca), afferma la coesistenza di due principi originari e antitetici (bene e male; luce e tenebre) che si combattono senza posa. I due principi sono anche nell’uomo che deve purificarsi per separarsi dalla sua componente demoniaca. Vi aderì inizialmente anche S.Agostino

Arianesimo: secondo Ario, sacerdote di Alessandria d'Egitto (256-336 ca), la figura del Padre deve collocarsi in posizione preminente all'interno della Trinità, subordinando così il Figlio al Padre e riducendo la figura di Gesù alla dimensione umana.

Pelagianesimo: Pelagio (360-427 ca) riduceva la salvezza eterna a qualcosa di "controllabile" dalla libertà umana, che comunque avrebbe potuto essere conquistato dalla volontà dell'uomo. Pelagio negava la trasmissibilità a tutta l’umanità del peccato di Adamo (che secondo lui era mortale anche prima di commettere il peccato), motivandola col fatto che ciascuno è responsabile delle proprie azioni, non di quelle di un altro. Di conseguenza, i pelagiani rifiutavano la prassi del battesimo dei bambini.


Patristica orientale e occidentale

La Patristica assume diversi orientamenti in Oriente e in Occidente.

La Patristica  occidentale sottolinea la distanza tra filosofia classica e fede (famosa l’espressione attribuita a Tertulliano: “Credo quia absurdum”) e ha una visione escatologica più pessimistica, incentrata sulle conseguenze del peccato originale.

La Patristica orientale (figura principale: Origene) sottolinea la continuità tra cristianesimo e filosofia greca ed è tendenzialmente più ottimistica sul destino finale dell’uomo (si può salvare anche il diavolo!).






AGOSTINO DI IPPONA
(Tagaste, in Africa, Ippona, in Africa, 354-430)

Aurelio Agostino nasce nell'Africa del Nord (Impero romano, odierna Algeria) da una madre cristiana, Monica, e da padre pagano. Insegnò retorica a Cartagine e a Roma. Grazie all'aiuto dei manichei, ottenne la cattedra di retorica a Milano (collaborava alla stesura dei discorsi dell'imperatore). A Milano si avvicinò al Neoplatonismo.
Sempre a Milano, nel 386, conobbe Sant'Ambrogio che lo guidò nella sua conversione al Cristianesimo. La sua è una vocazione tarda, ma intensa (rendimi casto, ma non ora).
Tornò in Africa e vi fondò un monastero, divenne sacerdote e poi vescovo di Ippona. Da quel momento in poi si dedicò solo alla Chiesa e alla scrittura delle sue opere, la più famosa delle quali oggi è Confessioni.
Getta le basi per la teologia della scolastica.




I soliloqui di Agostino

Dopo la fase manichea, attraversò anche lo stoicismo, confutò lo scetticismo (si fallor, sum) e rimase affascinato dalla spiritualità di Plotino, in particolare dalla dottrina del male come assenza di bene (privatio boni) → il male era un problema molto sentito da Agostino
Platone, attraverso la mediazione neoplatonica, è il filosofo di riferimento: valore dell’interiorità (“redi in te ipsum, in interiore homine habitat veritas”). Nell'uomo c'è un'anima che può conoscere Dio. Le idee per sé sussistenti di Platone divennero idee eterne nella mente divina (v. anche l'Intelletto, ipostasi di Plotino) → esse, nosse, velle (le ipostasi plotiniane interpretate analogicamente).
Agostino esalta lo strumento di ricerca del dialogo interiore, il dialogo dell'anima con se stessa o la confessione ad alta voce. La verità abita nell'interiorità → innatismo (Dio è un maestro interiore, assistenza continua).
Agostino però sentiva che l'uomo da solo non ce la faceva: ha bisogno di Dio. Fede e ragione? Grazia e libertà umana?


L’uomo è ciò che ama. Ama, e fa’ ciò che vuoi

La fede è una luce che guida la ricerca filosofica: “crede ut intelligas, intellige ut credas”. (credere per poter capire e capire per credere)
→ Agostino ha il merito di non aver effettuato rotture con la filosofia.

Problema del libero arbitrio → tra grazia e libertà c'è lo stesso rapporto che c'è tra fede e ragione Libero arbitrio, grazia e predestinazione: “l’umanità è una massa dannata”. Solo la grazia, come dono non per tutti, salva. (Non dice chiaramente se la grazia ha l’effetto di predestinare) →Saranno temi importanti per i protestanti. → La salvezza e la grazia: sola fide o buone opere?

La sua riflessione ha come centro il rapporto tra uomo e Dio, onnipotente e perfettissimo, che ha creato anche il tempo. Cos’è il tempo?

Il tempo è lineare ed escatologico.
Il tempo è una creazione di Dio (che è invece la dimensione dell'eterno). Per noi uomini è distensio animi → Presente del presente (attenzione), presente del passato (memoria), presente del futuro (attesa).
→ Nozione di storia (che suggerisce l'idea di progresso). La storia è necessaria per educare gli uomini

Due città indistinguibili esternamente, mescolate e coesistenti: la città di Dio e la città terrena (in simbolo: Gerusalemme e Roma) → poi vennero identificate con la Chiesa e lo Stato (Ma Agostino diceva che anche nella Chiesa coesistono le due città!)

Il male è assenza di bene e cattivo uso della volontà.
L’uomo è ciò che ama. Ama, et fac quod vis.



Teologia negativa e misticismo cristiano

Come Plotino, Dionigi l'Aeropagita pensava che la trascendenza di Dio fosse incommensurabile al pensiero e alle parole umane e che di Lui si potesse affermare solo ciò che non è. Inventò la teologia negativa.

La teologia negativa si diffuse a partire dal IX Secolo (e più tardi con i francescani) e divenne la base della mistica cristiana → Dio è attingibile già in questa vita, ma solo superando la ragione e l'individualità con uno svuotamento ascetico della mente, fino alla deificatio, cioè l'indiamento, la partecipazione diretta e intuitiva del divino, l'estasi → Anacoreti, eremiti, cenobiti (v. monachesimo)
Simboli di Dio diventano il buio, il silenzio oppure paradossi come “tenebra luminosissima” o, addirittura, animali feroci, esseri mostruosi o enigmatici → il simbolismo iconografico medioevale (cfr. i bestiari) deriva anche da questa dottrina.

Il pellicano che nutre i figli con il suo sangue ferendosi il petto


Ora et labora

Nei secoli delle invasioni barbariche e dei grandi sconvolgimenti durante il passaggio dal mondo classico a quello medioevale, la vita religiosa assume un aspetto prettamente eremitico.
Benedettini Le origini del monachesimo benedettino risalgono alla fondazione, attorno al 529, del cenobio di Montecassino a opera di san Benedetto da Norcia. La famosa regola “Ora et labora” indica già la loro propensione all’ordine, alla vita contemplativa e al paziente lavoro manuale. I grandi monasteri benedettini furono fari di luce e di cultura, grazie a loro non andarono perse le grandi ricchezze culturali e letterarie e filosofiche del passato. L'attività primaria divenne in diversi monasteri la copiatura di testi antichi, specie di quelli biblici
I monasteri non cessarono di essere punti di riferimento e scuole per i figli dei nobili del tempo anche se, quando il vecchio mondo feudale cominciò a lasciare spazio alle prime città e alla borghesia, nacquero gli ordini mendicanti, più vicini alla gente. I frati più famosi erano i francescani e i domenicani

Il Cristianesimo e l'impero romano

Agostino per replicare alle accuse dei pagani di aver contribuito alla disfatta dell'impero (cfr. Sacco di Roma del 410 ad opera dei Goti), sostenne che la storia è guidata dalla Provvidenza divina e mostra la realizzazione di un progetto.
Il pensiero umano spesso è incapace di comprenderne lo svolgimento e il senso.
La storia ha un significato ed è scandita da eventi cruciali ed irripetibili (ad esempio la venuta di Cristo).









1000 e non più 1000

Il millenarismo si collega alla credenza ebraica e cristiana di una prossima nuova alleanza. Trae origine dall’Apocalisse di Giovanni, ma già Agostino di Ippona ne aveva dato un’interpretazione spiritualistica, intendendo i 1000 anni dopo la prima resurrezione come la remissione dei peccati.

Apocalisse 20,2-7
Egli afferrò il dragone, il serpente antico, cioè il diavolo, Satana, lo legò per mille anni, e lo gettò nell'abisso che chiuse e sigillò sopra di lui perché non seducesse più le nazioni finché fossero compiuti i mille anni; dopo i quali dovrà essere sciolto per un po' di tempo […] Quando i mille anni saranno trascorsi, Satana sarà sciolto dalla sua prigione.



1054: il Grande Scisma

Conosciuto dalla storiografia occidentale come Scisma d'Oriente e definito dagli Ortodossi Scisma dei Latini, fu l'evento che ruppe l'unità di quella che fu la Chiesa di Stato dell'Impero Romano basata sulla Pentarchia.
Il Grande Scisma divise la Cristianità fra la Chiesa Cattolica Occidentale, che aveva sviluppato il concetto del primato (anche giurisdizionale) del Vescovo di Roma (in quanto considerato successore dell'Apostolo Pietro), e la Chiesa Ortodossa Orientale, che invece riteneva di rappresentare la continuità della chiesa indivisa del primo millennio, senza cedimenti a quelle che riteneva innovazioni dei latini.