domenica 27 marzo 2016

17 marzo 2016 - La discussione post lezione 22

Dopo la lezione sugli scettici, abbiamo letto i tropi di Enesidemo di Cnosso, cioè i modi per arrivare all'epochè, la sospensione del giudizio.

L'epochè è un metodo per azzerare i nostri pregiudizi e ripartire per una ricerca personale di una verità sempre in divenire.

Ecco i dieci "comandamenti":






1) Gli esseri viventi hanno sensi differenti

2) Gli uomini hanno differenti sensazioni, pensieri, comportamenti

3) Perfino nel singolo uomo ci sono sensazioni in contrasto

4) Nel singolo uomo sono mutevoli gli stati d'animo e le sensazioni collegate

5) L'educazione o la nazionalità diverse comportano opinioni diverse

6) Non esiste niente di puro, tutto è mescolato, dunque le rappresentazioni ne sono condizionate

7) La distanza e le posizioni diverse producono rappresentazioni diverse

8) Quantità diverse producono effetti diversi

9) Le cose sono colte sempre in relazione, mai in sé

10) La frequenza dei fenomeni incide sul nostro giudizio.



Quale preferisci?
E perché?

17 marzo 2016 - Lezione 22/c - Quale filosofo elllenista sei?



In quale di questi comportamenti ti riconosceresti?

17 marzo 2016 - Lezione 22/b - Scetticismo

L'ELLENISMO
SCETTICISMO


L'Ellenismo

Le conquiste di Alessandro Magno (e poi dell'impero romano) portarono al declino delle Pòlis, le città-stato → cosmopolitismo e sincretismo
La filosofia abbandona le grandi sintesi e si concentra sull'individuo, che si percepisce meno protetto e fragile. Si tenta di rispondere alla domanda: come posso vivere al meglio in questa nuova epoca incerta? → filosofia = terapia
Epicureismo, Stoicismo, Scetticismo e Cinismo saranno le principali risposte. Il contrasto più netto è tra scuola epicurea (atomi e piacere) e stoica (provvidenza e dovere).
C'è un grande sviluppo delle scienze, che si specializzano (v. museo di Alessandria). Diffusione del libro.
Le arti privilegiano il naturalismo, il pathos e catturano la dimensione psicologica individuale. Interesse biografico anche in letteratura



SCETTICISMO

Il fondatore è PIRRONE di Elide.

Il nome deriva dalla parola greca sképsis, che significa “dubbio”, ma il verbo sképtesthai ha anche il significato di “ricercare”, “esaminare”, “riflettere”.

Si fonda sulla critica alle teorie dei “dogmatici” (platonici compresi), cioè chi ritiene che sia possibile conoscere la verità oggettivamente
(→ atteggiamento di prudenza e tolleranza).

Lo Scetticismo ha tre fasi: pirronismo, scetticismo dell'Accademia, neoscetticismo. La prima fase ha in Pirrone la personalità di riferimento; la seconda ha Arcesilao e Carneade, la terza Enesidemo e Sesto Empirico.

Le filosofia dogmatiche contribuirono a oscurare il movimento che ebbe una significativa ripresa nel Rinascimento, soprattutto grazie a Montaigne.

I tre pilastri della filosofia scettica sono:
- EPOCHE': sospensione del giudizio sulla realtà. Non è un atteggiamento conclusivo, ma preliminare ad ogni ricerca, che non ha mai termine
- AFASIA: E' impossibile affermare qualcosa di vero oggettivamente. Ideale del silenzio inteso come liberazione dal linguaggio che rende impossibile comprendere la realtà. Il linguaggio, infatti, ingabbia la realtà creando artificiose distinzioni tra cose e concetti con il risultato di creare turbamento.
- ATARASSIA: Assenza di turbamenti, imperturbabilità dell'anima. Consegue ai primi due atteggiamenti.


Primo Scetticismo: Pirrone

Il fondatore dello Scetticismo ebbe una vita avventurosa e lunga (365-275 a.C.). Viaggiò anche in Oriente, facendo parte di una spedizione di Alessandro Magno. Conobbe i gimnosofisti e molte dottrine orientali (forse anche la dottrina del Wu Wei, l'azione nella non azione).

Quando usciva di casa non si curava di nulla e correva continuamente dei rischi (del resto non si poteva essere certi che il carro che stava passando in mezzo alla strada fosse davvero un carro). Nonostante ciò visse incolume fino a novanta anni circa.

E' lo stile di vita del dubbio. Metodo per la ricerca della felicità

Non ha lasciato nessuno scritto.


Non esiste un significato assoluto della realtà: i mezzi a disposizione dell'uomo non sono affidabili. Le sensazioni sono mutevoli e eterogenee rispetto alla cosa. La ragione può solo fare ragionamenti validi a partire da premesse certe, che però possono essere ottenute solo dalla sensazione → si nega la possibilità di elaborare teorie generali vere.

Acatalepsìa: impossibilità di cogliere la verità delle cose → imbarazzo del pensiero

La realtà profonda delle cose è imperscrutabile. L'unico atteggiamento possibile è essere “senza opinioni, senza inclinazioni, senza turbamenti”
→ Il saggio, relativamente alla teoria, ricerca l'afasia, cioè la sospensione di ogni discorso positivo e, relativamente alla pratica, consegue l'atarassia, cioè l'imperturbabilità.

- Cos'è la realtà? La realtà è inconoscibile.
- Cosa ci lega alla realtà? Non sappiamo in che modo ne facciamo parte.
- Che comportamento dobbiamo tenere di fronte alla realtà? L'agnosticismo.



Scetticismo medio: Arcesilao e Carneade

È detto anche scetticismo dell’Accademia perché Arcesilao (III sec a.C.) fu colui che diede inizio alla corrente scettica nell’Accademia platonica, di cui divenne scolarca.

Arcesilao partiva dalla svalutazione del mondo sensibile (doxa) di Platone e dal metodo dialettico.

Carneade di Cirene (II sec. a.C.) è famoso grazie a Alessandro Manzoni. Dice Don Abbondio, ne I promessi sposi: “Carneade! chi era costui?”.

Attenuò lo scetticismo di Pirrone introducendo, per la vita quotidiana, il criterio della probabilità.
Non c'è oggettività, ma alcuni discorsi e alcuni fatti meritano il nostro assenso più di altri.
E', insomma, una limitazione dell'afasia: qualcosa si può dire.



Tardo Scetticismo: Enesidemo e Sesto Empirico

Enesidemo di Cnosso (I sec a.C) aprì ad Alessandria una scuola scettica ricollegata a Pirrone per contrastare i nuovi dogmatismi dell'Accademia.

Compose la tavola delle supreme categorie del dubbio (i tropi o modi che conducono all'epoché).
1) Gli esseri viventi hanno sensi differenti
2) Gli uomini hanno differenti sensazioni, pensieri, comportamenti
3) Perfino nel singolo uomo ci sono sensazioni in contrasto
4) Nel singolo uomo sono mutevoli gli stati d'animo e le sensazioni collegate
5) L'educazione o la nazionalità diverse comportano opinioni diverse
6) Non esiste niente di puro, tutto è mescolato, dunque le rappresentazioni ne sono condizionate
7) La distanza e le posizioni diverse producono rappresentazioni diverse
8)Quantità diverse producono effetti diversi
9)Le cose sono colte sempre in relazione, mai in sé
10)La frequenza dei fenomeni incide sul nostro giudizio.

Sesto Empirico fu un medico che visse probabilmente intorno al 200 d.C.

A ogni ragione si oppone una ragione di ugual valore. Con ciò, infatti, crediamo di non riuscire a stabilire nessun dogma.

Gli oggetti reali esistono, ma solo per come a noi appaiono (fenomeni)→ nessuna oggettività.

Le formulazioni scettiche sono come le purghe: cacciano dal corpo gli umori, ma anche se stesse insieme agli umori.



ALCUNI CONFRONTI


17 marzo 2016 - Lezione 22/a - Cinismo

L'ELLENISMO
CINISMO


L'Ellenismo

Le conquiste di Alessandro Magno (e poi dell'impero romano) portarono al declino delle Pòlis, le città-stato → cosmopolitismo e sincretismo
La filosofia abbandona le grandi sintesi e si concentra sull'individuo, che si percepisce meno protetto e fragile. Si tenta di rispondere alla domanda: come posso vivere al meglio in questa nuova epoca incerta? → filosofia = terapia
Epicureismo, Stoicismo, Scetticismo e Cinismo saranno le principali risposte. Il contrasto più netto è tra scuola epicurea (atomi e piacere) e stoica (provvidenza e dovere).
C'è un grande sviluppo delle scienze, che si specializzano (v. museo di Alessandria). Diffusione del libro.
Le arti privilegiano il naturalismo, il pathos e catturano la dimensione psicologica individuale. Interesse biografico anche in letteratura



CINISMO

Il fondatore è ANTISTENE (Atene, 444-365 a.C.), Ma il cinico più famoso è DIOGENE di Sinope (Sinope 412 a.C.-Corinto 323 a.C.), allievo di Antistene.

La più anticulturale delle filosofie. Conta solo il comportamento, che è anche esempio. Un modo di vivere che significa libertà (compresa la libertà di parola, fino alla sfrontatezza, e la libertà di azione, fino alla licenza).

Il nome deriva o dal Cinosarge (era il ginnasio davanti al quale insegnava Antistene) o dalla parola greca kynikòs (che significa “canino” o “simile al cane”, da kyon=cane) per via del loro stile di vita semplice e randagio, contrario alle abitudini civili dei cittadini.

In realtà il Cinismo non è solo una filosofia dell'Ellenismo, ma è una corrente post-socratica. Il movimento, quindi, risale direttamente a Socrate, che non era certo una persona conformista e di cui ora ricordiamo, tra le tante, la sua esclamazione di fronte alla gran quantità di merci vendute al mercato di Atene: “Di quante cose non ho bisogno!”
Socrate diceva che l'uomo è la sua psyché e che sapeva solo di non sapere: i cinici ne fanno una scelta di vita radicale.



Autarchia unica via

I cinici pensavano che per essere felici la ricchezza, il potere e la salute non erano essenziali, perché non dipendono da noi e sono casuali, effimere.
→Primato della coscienza.

La felicità è alla portata di tutti, se si disprezzano convenzioni e cose esteriori, ricercando l'autarchia→ felicità = virtù.

Come non ci si deve preoccupare del proprio dolore, allo stesso modo non ci si preoccupa per le condizioni altrui (di qui il significato moderno del termine “cinico”).

Rifiuto della società e delle sue manifestazioni (potere, proprietà privata, matrimonio, religione, schiavitù, lusso, piaceri dei sensi, igiene, vestiario, l'idea stessa di città, ecc.).
E' ricco chi ha tempo per filosofare.

Non è una scuola, ma uno stile di vita radicalmente antisociale.

Forse l'uomo è malvagio per natura, ma di sicuro, se non lo è, la società civile ce lo fa diventare.





DIOGENE

Il cinico più famoso è DIOGENE di Sinope (Sinope 412 a.C.-Corinto 323 a.C.), allievo di Antistene, detto (forse da Platone) anche il “Socrate pazzo”.

Botte come simbolo di quanto poco basti per vivere (autarchia) e di rifugio dai mali della società

Esercizio e fatica come metodo (e valori). Disprezzo dei piaceri. “Gli dei hanno concesso agli uomini facili mezzi di vita, ma li hanno tolti alla vista”

Pare si sia suicidato a 90 anni trattenendo il respiro. Chiese di essere dato in pasto ai cani. Ma gli ateniesi gli eressero una colonna con la scultura di un cane sulla cima.

Con la lanterna accesa in pieno giorno e in luoghi affollati, camminava pronunciando la frase: “Cerco l'uomo”.

Ad Alessandro Magno, che lo cercò perché voleva donargli qualsiasi cosa avesse chiesto, rispose: “Spostati dal mio sole”.

Possedeva un mantello e una tazza. Avendo visto un ragazzo bere con le mani, si disfece anche della tazza.

Fu visto parlare con una statua. A chi gli chiedeva il perché, rispondeva: “Mi alleno a chieder invano”.

“Scodinzolo festosamente verso chi mi dà qualcosa, abbaio contro chi non mi dà niente, mordo i ribaldi”.

Si masturbava pubblicamente. A chi lo rimproverava rispondeva: “Magari potessi placare anche la fame con una stropicciatina allo stomaco”.

Sputò sulla faccia del proprietario di una ricca casa in cui era ospite: “Non ho trovato un luogo peggiore”


Cinici e stoici

Vivere secondo natura per gli stoici è vivere secondo ragione (→impegno sociale e politico), per i cinici è vivere ad uno stato quasi primitivo (→l'intelligenza e la cultura -politica compresa- corrompono l'uomo).

Tuttavia i cinici sono stati un modello per gli stoici: la felicità si fonda solo su ciò che dipende da noi e sul restare indifferenti alle lusinghe del mondo civile esterno.

sabato 12 marzo 2016

3 marzo 2016 - Lezione 21 - Stoicismo


L'ELLENISMO
LO STOICISMO


L'Ellenismo

Le conquiste di Alessandro Magno (e poi dell'impero romano) portarono al declino delle Pòlis, le città-stato → cosmopolitismo e sincretismo

La filosofia abbandona le grandi sintesi e si concentra sull'individuo, che si percepisce meno protetto e fragile. Si tenta di rispondere alla domanda: come posso vivere al meglio in questa nuova epoca incerta? → filosofia = terapia

Epicureismo, Stoicismo, Scetticismo e Cinismo saranno le principali risposte. Il contrasto più netto è tra scuola epicurea (atomi e piacere) e stoica (provvidenza e dovere).

C'è un grande sviluppo delle scienze, che si specializzano (v. museo di Alessandria). Diffusione del libro.

Le arti privilegiano il naturalismo, il pathos e catturano la dimensione psicologica individuale. Interesse biografico anche in letteratura



Stoicismo

Il fondatore è ZENONE di Cizio (333-263 a.C.), “il piccolo fenicio”.

Il nome deriva dalla prima sede: la Stoà Poikìle, il portico dipinto dove Zenone di Cizio teneva le sue lezioni.

Lo stoicismo ha tre fasi: Antica, Media e Nuova Stoà. La prima fase termina con la sistematizzazione di Crisippo (280-205 a.C. Circa); la seconda (II-I sec. a.C.) è caratterizzata dall'ecliettismo e si diffonde molto a Roma; la Nuova Stoà ripropone un ritorno all'Antica: gli esponenti sono Seneca (4 a.C – 65 d.C.), Epitteto (50-138 d.C.) e Marco Aurelio (121-180 d.C). Solo di questi ultimi maestri abbiamo gli scritti. Anche Cicerone, con il suo “umanesimo”, contribuì alla diffusione del movimento.

Rispetto all'epicureismo (“Quelli del Giardino”), lo stoicismo è una corrente meno compatta e coerente. Ma proprio per questo riuscirà a diffondersi e a contribuire alla sintesi culturale, politica e religiosa tipica dell'Ellenismo.

In un'epoca bisognosa di una fede consolatoria, i concetti di provvidenza, destino, ordine cosmico e cosmopolitismo ebbero larga diffusione.

La filosofia ha tre capisaldi: fisica, etica e logica.
È importante occuparsi di politica (il bene della comunità).

Il Cristianesimo attingerà a molte tesi stoiche, aderendo anche al doppio registro: etica del dovere per gli uomini colti, visione finalistica del mondo per la massa.


La metafora del frutteto

Il muro di cinta è la LOGICA, gli alberi la FISICA, i frutti l‘ETICA










1. la logica

La logica è il contributo più duraturo che hanno offerto gli stoici (ma sono stati riscoperti solo nel '900). Fino ad allora ha dominato la teoria aristotelica del sillogismo. Gli stoici si soffermano più sulle connessioni (o, e, se, allora) tra proposizioni più che sui termini.

La logica è la scienza dei discorsi e si divide in retorica e dialettica.

La dialettica si divide in grammatica e logica in senso stretto, che studia:

- le rappresentazioni. La verità e il criterio dell'evidenza. L'anima è tabula rasa, i sensi la impressionano, poi interviene attivamente l'intelletto che dà il suo assenso [spontaneo o no?]

- le proposizioni. Distinzione tra significante (un simbolo concreto, un “oggetto” materiale, il suono così come è pronunciato), la cosa significata o referente (ciò a cui nella realtà si riferisce il significante) e il significato (ciò che di incorporeo l'espressione significa e che collega gli altri due elementi materiali). Gli stoici sono i primi a dire che è il significato ad essere vero o falso, per cui si può fare analisi autonoma del senso degli enunciati.

- i ragionamenti. Esistono unità minimali (proposizioni semplici) che vengono composte in enunciati complessi. La verità è una funzione del significato dei componenti dell'enunciato complesso.


2. Fisica

Eclettismo: molti elementi da Eraclito, ma anche da Pitagora, Platone, Aristotele e di origine orientale.

L'Universo è materia (corpo) informata dal fuoco (lògos, ragione divina): è vivo perché penetrato dall'anima del mondo (pneuma). ← Dio non sarebbe perfetto se la materia fosse indipendente da Lui.

Il grande organismo dell'universo dunque ha una vita e una morte, ma all'interno di un ciclo che si ripete immutabile: al termine del grande anno una conflagrazione cosmica riporta tutto al caos originario e al fuoco divino (che è eterno). Poi ricomincia il ciclo (palingenesi) in un eterno ritorno.

Il susseguirsi ciclico e inesorabile del tempo si lega alle idee di destino (tutto è scritto) e provvidenza (nulla avviene per caso ma per determinazione di una volontà divina e razionale tendente al bene dell'uomo).

Anche l'uomo ha un'anima → ha anche un'immortalità relativa: l'anima si conserva fino al grande anno (ma forse solo per i saggi, che hanno contribuito al disegno cosmico).

L'uomo è un microcosmo, riflesso (scintilla) del macrocosmo (fuoco divino)→ implicazioni etiche



3. Etica

La filosofia epicurea si incentrava sul piacere. Gli stoici si basano sul dovere (=etica deontologica).
Stesso obiettivo, cioè la saggezza e la felicità, ma metodo diverso.

Come Epicuro, anche gli stoici dicono che bisogna vivere secondo natura. Ma la natura non è quella che in noi parla di bisogni del corpo, bensì quella dell'universo, che parla (anche in tutti gli uomini) di ordine cosmico retto dal lògos divino. La natura per gli uomini è ragione (che partecipa del lògos)→Oikéiosis, sforzo di tornare a casa (diventa ciò che sei)
→ per essere virtuosi occorre essere saggi, cioè comprendere il lògos cosmico e aderire al suo disegno, desiderandolo.

Le azioni umane si dividono nettamente: doverose (intelligenza, temperanza giustizia, coraggio: le virtù), contrarie al dovere (stoltezza, dissolutezza, ingiustizia, viltà: i vizi) e indifferenti (tra le cose indifferenti ci sono: salute, ricchezza, bellezza, piacere, dolore, morte: tutto ciò che riguarda il corpo). Tra gli indifferenti comunque c'è il preferibile e il non preferibile.

Soprattutto occorre astenersi dalle passioni (principio passivo), che vincolano alle mutevoli fortune della vita e distolgono dal dovere → apatia (assenza di passioni). Ad esempio: meglio suicidarsi che commettere azioni contrarie al dovere.

Per valutare il bene e il male in un'azione occorre ricercare un punto di vista generale [sub specie aeternitatis, si dirà molto dopo], non personale.
Siamo lontanissimi dall'uomo misura di tutte le cose: il criterio ideale è il punto di vista del lògos divino.


Cosmopolitismo e diritto di natura

Gli uomini sono tutti uguali per la loro essenza razionale. L'uomo deve considerarsi cittadino del mondo.
Ne conseguono:
→Benevolenza (sympathèia, compassione) per gli uomini
→Impegno politico
→Le leggi devono essere universali. Esiste un diritto di natura uguale per tutti a cui le leggi dei vari Stati devono conformarsi (giusnaturalismo).
→Rifiuto delle discriminazioni. Dato che l'uomo è libero, l'istituzione della schiavitù è frutto della malvagità umana (per Aristotele gli schiavi erano “strumenti animati”)


Destino e Provvidenza

Tutto segue una legge immutabile e necessaria di causa-effetto (nascita, malattie, ricchezza, povertà, gioie, dolori, morte) → Il caso non esiste → Se il destino bussa alla porta non serve lamentarsi. L'uomo deve assecondare e desiderare il proprio destino (amor fati). In ciò consiste la vera libertà (e la saggezza).

La legge immutabile è una necessità razionale e pensante insita nel mondo e finalizzata al bene (lògos spermatikòs) → ciò che ci appare male è solo un punto di vista personale che non riesce a comprendere la superiore necessità (cioè il bene) di ciò che accade→ bene e male non esistono nella realtà esterna: hanno senso solo per l'uomo.

Il saggio accetta ogni circostanza con la massima tranquillità, rimane distaccato e indifferente anche di fronte alle peggiori sciagure o alle più atroci sofferenze. → di qui il termine “stoico” che usiamo ancora oggi per definire chi mantiene sempre la calma o chi riesce a sopportare anche il dolore più forte.

Si passa dall'essere è o dall'essere diviene a l'essere deve essere


Gli stoici: Zenone

ZENONE di Cizio (Cizio-Cipro 333 a.C. - Atene 263 a.C.)

Fondatore dello Stoicismo, a lui si devono tutte le principali teorie della scuola.

Brutto, gracile, arcigno, ma anche un po' perbenista, la sua vita cambiò quando, dopo aver letto la vita di Socrate, conobbe i cinici.
Poi si mise lui stesso ad insegnare nella Stoà poikìlè, che diede il nome al movimento.

Condotta di vita irreprensibile, gli ateniesi lo ammirarono ed ebbe moltissimi allievi.
Gli consegnarono le chiavi della città e alla morte gli fecero una statua.

Morì suicida per dimostrare coerenza e distacco dalla vita.

Non ci è pervenuto nessuno dei suoi scritti

Pare sia stato lui a dire “Abbiamo una bocca e due orecchie perché dobbiamo ascoltare il doppio di quanto parliamo”.

L'uomo deve essere liberato dalle passioni, vero e unico male.


Gli stoici: Cicerone

MARCO TULLIO CICERONE (Arpino 106 a.C. - Formia 43 a.C)

A Roma il gusto per la filosofia era totalmente estraneo: il vir era un uomo d'azione, senza interesse per un sapere che non portava nessuna gloria alla patria né alcuna ricchezza.

Cicerone studiò la filosofia convinto che si trattasse esclusivamente di un valido supporto per la retorica. Fu infatti più famoso come avvocato e uomo politico che come filosofo. Poi però in tarda età vi trovò la via per la consolazione e la saggezza.

In realtà il suo pensiero non è stoico ma eclettico: tra epicureismo e stoicismo, ricerca la verità ovunque egli crede che sia, senza schematismi di scuola.

Si impegnò a trovare il corrispondente vocabolo in latino per tutti i termini specifici del linguaggio filosofico greco (dobbiamo a lui la creazione del lessico filosofico).

La filosofia consente la consapevolezza critica che, insieme alla giustizia e all'equilibrio, rende ogni uomo un cittadino perfetto.

Humanitas e filantropia.


Gli stoici: Seneca

LUCIO ANNEO SENECA (Cordova 4 a.C. - Roma 65 d.C.)

Tanto cagionevole di salute, quanto ricco, la sua opera più celebre sono le Epistulae morales ad Lucilium, una raccolta di 124 lettere.
Intento esortativo: vuole non solo dimostrare una verità, ma anche invitare al bene.
Il genere epistolare si rivela appropriato.

Sotto Caligola salvò a stento la vita, sotto Claudio fece otto anni di esilio, sotto Nerone fu "pregato" di suicidarsi e lui aderì al suo destino (cicuta e taglio delle vene).
Alcune sue frasi:

Siamo come una lucerna che, spegnendosi, non può stare peggio di quando non era ancora accesa. Solo nel breve intermezzo possiamo essere sensibili al male.

Gli uomini sono un popolo di mattoni, che messi in coesione l'uno sull'altro si sostengono a vicenda e reggono la volta dell'edificio della società.

La monarchia è la forma di governo migliore, all'unica condizione che il sovrano sia sapiente, e trattenendo i suoi sentimenti più violenti, sappia esercitare con temperanza il suo potere.

È’ tutto qui quel punto [la Terra] che viene diviso col ferro e col fuoco fra tante popolazioni? Oh quanto ridicoli sono i confini posti dagli uomini!


Gli stoici: Epitteto

EPITTETO (Ierapoli 50 d.C. - Nicopoli,'Epiro 120 d.C)

Schiavo, poi liberato. Indifferente alla gloria letteraria, Epitteto, come Socrate, non si curò mai di scrivere dei libri (trascrizioni di allievi). I principi fondamentali sono espressi attraverso massime, con lo scopo di fornire strumenti per il raggiungimento della felicità. Famosissimo è il suo Manuale (Enchiridion).

Dopo che Domiziano cacciò da Roma tutti i filosofi fondò in Epiro una scuola che diventò famosa, tanto che ricevette la visita anche dell'imperatore Adriano.

Epitteto affermerà di sentire tutti gli uomini come suoi fratelli, essendo al pari di lui ugualmente figli dello stesso Lògos.

Famoso l'episodio in cui, punito dal padrone, avvisa: “Così mi romperai la gamba”. Il padrone continua e la gamba si rompe. Al che Epitteto, senza cambiare tono di voce:"Te l'avevo detto che si sarebbe rotta".

Alcune sue frasi sono nel riquadro a fianco. Un suo pensiero molto significativo è questo:

Tra le cose che esistono, le une dipendono da noi, le altre non dipendono da noi.
Dipendono da noi: giudizio di valore, impulso ad agire, desiderio, avversione, e in una parola, tutti quelli che sono propriamente fatti nostri.
Non dipendono da noi: il corpo, i nostri possedimenti, le opinioni che gli altri hanno di noi, le cariche pubbliche e, in una parola, tutti quelli che non sono propriamente fatti nostri.
Ricordati dunque che, se credi che le cose che sono per natura in uno stato di schiavitù siano libere e che le cose che ti sono estranee siano tue, sarai ostacolato nell'agire, ti troverai in uno stato di tristezza e di inquietudine, e rimprovererai dio e gli uomini.
Se al contrario pensi che sia tuo solo ciò che è tuo, e che ciò che ti è estraneo - come in effetti è - ti sia estraneo, nessuno potrà più esercitare alcuna costrizione su di te, nessuno potrà più ostacolarti, non muoverai più rimproveri a nessuno, non accuserai più nessuno, non farai più nulla contro la tua volontà, nessuno ti danneggerà, non avrai più nemici, perché non subirai più alcun danno.


Gli stoici: Marco Aurelio

MARCO AURELIO (Roma 121 d.C. - Vienna, 180 d.C.)

Fu imperatore romano. Cercò sempre il bene comune. Fu costretto alla guerra. Durante una di queste morì di peste.

Si professa discepolo di Epitteto, ma con un accentuazione del valore dell'interiorità, come si nota anche dal titolo della sua opera più importante: Colloqui con se stesso.

Alcune sue frasi:

Ogni cosa che accade, accade giustamente.

Non agire mai contro il tuo volere; e nemmeno senza proporti come meta un bene comune e senza opportuna ponderazione.

La realtà è come un fiume che scorre perennemente, le forze mutano, le cause si trasformano vicendevolmente, e nulla rimane immobile.

Scava nella tua interiorità; dentro te stesso sta la fonte del bene.



ALCUNI CONFRONTI TRA EPICUREI E STOICISMO



ALCUNI CONFRONTI TRA STOICISMO E CRISTIANESIMO