sabato 25 giugno 2016

26 maggio 2016 - Lezione 25 - Cristianesimo - Scolastica (Tommaso e Occam)


Francescani e domenicani

Quando il vecchio mondo feudale cominciò a lasciare spazio alle prime città e alla nobiltà feudale cominciò a sostituirsi una nuova classe dirigente, la borghesia e gli ordini religiosi si adattarono
I monasteri dovevano andare verso le persone e così cominciarono a nascere gli ordini mendicanti, di cui fanno parte domenicani e francescani.
Ai monasteri sperduti si aggiungono i conventi alle porte della città.
Dai monaci (da monos = solo, solitario) si passa ai frati (= fratelli di tutti gli uomini)

Francescani
L'ordine dei Francescani ha origine da Francesco d'Assisi, che ottenne dal papa, nel 1210, la possibilità di vivere in assoluta povertà evangelica. L'ordine da lui fondato, infatti, a differenza degli altri ordini religiosi esistenti, in particolare agostiniani e benedettini, ebbe il carisma di praticare non solo una vita povera, non possedendo beni quali conventi e terre, ma anche di condurre una vita mendicante.

Domenicani
L'Ordine dei Frati Predicatori della Chiesa cattolica, è popolarmente noto come ordine dei domenicani.
Fondato da Domenico di Guzmán, l'ordine ricevette approvazione nel 1216. I frati sono chiamati al carisma della predicazione, allora molto raro poiché riservato quasi esclusivamente ai vescovi e ai pochi sacerdoti che avevano ricevuto un'istruzione adeguata

La principale differenza tra francescani e domenicani, entrambi ordini mendicanti, è data dal fatto che i domenicani erano dediti soprattutto allo studio, alla cultura e al contatto con gli intellettuali del tempo, mentre i francescani scelsero la povertà radicale e la loro predicazione era più adatta al popolo.



Scolastica e Università

Fondatore è considerato Giovanni Scoto Eriugena.

La parola viene da “scholae”.

La rinascita carolingia e il monachesimo sono i presupposti. Nella Schola Palatina, fondata da Carlo Magno, si stabilisce la divisione del sapere nelle sette arti liberali  del trivio (grammatica, retorica, dialettica) e del quadrivio (aritmetica, geometria, astronomia, musica).

Inizialmente è la riflessione filosofica sulla Scrittura praticata nelle scuole (dei monasteri, vescovadi, abbazie, ecc.).
Dal 1200 circa, nascono le università e la scolastica è diventa la filosofia delle università.

Metodo: lectio e disputatio (metodo della quaestio). La Scrittura è il fondamento. Si può chiarire l'incerto a partire da auctoritates: i Vangeli, i dogmi, i padri della Chiesa

La filosofia è ancilla theologiae. In questioni non di fede ci sono auctoritates anche tra i filosofi greci e i pensatori islamici. Dopo San Tommaso l'auctoritas per eccellenza diventerà Aristotele (Ipse dixit).
L'auctoritas non poteva essere smentita



Le tre fasi della Scolastica

1) IX-XII sec (culmina con sant’Anselmo d’Aosta)
Nel primo periodo (importante è la figura di Anselmo d’Aosta) l’influsso è platonico-agostiniano, poi gli arabi portano le opere dimenticate di Aristotele. Fede e ragione in accordo

2) XIII sec (Abelardo e San Tommaso)
Gli scolastici (san Tommaso in primis) delineano un sistema filosofico onnicomprensivo basato sulla ragione conciliandolo con la fede. Fede e ragione si distinguono ognuna nel suo ambito

3) XIV (Duns Scoto e Guglielmo di Ockham)
La terza fase, soprattutto con il movimento francescano (Ockham in particolare), reagisce ad Aristotele, torna a Agostino (e a Platone), sostenendo la separazione tra fede e ragione (e la superiorità della prima), cosa che però di fatto aprirà la strada alla nascita del pensiero scientifico. Disaccordo tra fede e ragione


I grandi temi

Ci sono temi propriamente religiosi (trinità, definibilità di Dio, natura di Cristo), ma viene dibattuto anche il rapporto tra fede e ragione (chi deve prevalere?).

C’è poi la disputa sugli Universali (i concetti generali hanno realtà o sono nomi?) e delle prove circa l’esistenza di Dio (a priori o a posteriori?)

Importanti, anche se non comprese fino al ‘900, sono le indagini sul linguaggio (che rapporto c’è tra le parole e le cose?)



a) Temi religiosi

La Trinità (prevale una persona?)

Definibilità di Dio (solo teologia negativa? Per San Tommaso è possibile una teologia razionale)

Natura di Cristo (solo Dio? Uomo e Dio? Insomma: Monofisismo o no?)

Rappresentabilità di Dio (idolatria? →Iconofili e iconoclasti)

Natura dell'eucaristia (transustanziazione o consustanziazione?)






b) Fede - Ragione

Dialettici e antidialettici

Anselmo d’Aosta: credo ut intelligam, credo per comprendere

Abelardo: intelligo ut credam, ragiono per credere (posizione coraggiosa e innovativa);

Tommaso: sintesi → la ragione è autonoma circa il mondo sensibile ma è umana e fallibile: in caso di conflitto prevale la fede. Ad esempio: il mondo è eterno o è stato creato? Indecidibile → interviene la rivelazione

c) La disputa degli Universali 

Gli Universali sono gli eredi delle idee platoniche. La definizione è: id quod aptum est praedicari de pluribus (ciò che si può predicare di più cose).

Il punto è che, se esistono, allora la mente può conoscere l’essenza della realtà attraverso la ragione, altrimenti la conoscenza è solo empirica e sensibile.

Anselmo d’Aosta (realismo): sono ante rem

Roscellino: (nominalismo): sono flatus vocis, pure emissioni di voce

Abelardo (concettualismo): rappresentano un significato, sono nel linguaggio

Tommaso d’Aquino (realismo moderato): sono ante rem nella mente divina, in re come essenza posta da Dio nelle creature, post rem come astrazione dalle cose

Guglielmo di Ockham (nominalismo moderato): sono astrazioni per cui la mente coglie i caratteri comuni.


d) Indagini sul linguaggio

Che rapporto c’è tra le parole e le cose?

Queste indagini varranno agli scolastici la fama di cavillosi. In realtà sono analisi che saranno riprese e comprese solo nel ‘900.















e) Esistenza di Dio

Sant'Anselmo, argomento ontologico, a priori: Se dio è ciò di cui non possiamo pensare che sia cosa maggiore (cioè ha tutte le perfezioni), allora esiste necessariamente perché altrimenti qualsiasi cosa esistesse sarebbe avrebbe una perfezione che manca a Dio.

Critica di Gaunilone: pensiero e realtà sono cose diverse (altrimenti penso un'isola perfetta e poi esiste!).
Risposta di Anselmo (perfettissimo è solo Dio, di un'isola posso pensare sempre qualcosa di maggiore →l'argomento vale solo per Dio) → priorità della causa

San Tommaso d'Aquino non crede che la mente umana possa pensare l'essenza divina. Si rimane al pensiero dell'uomo → Sono possibili solo prove a posteriori
→  Le 5 vie: da movimento-immobilità, da causa-effetto, da contingente-necessario, da imperfetto-perfetto, da disordine-ordine finalistico) → priorità dell'effetto


Eloisa e Abelardo

Pietro Abelardo (Pierre Abélard; Le Pallet, 1079 – Chalon-sur-Saône, 21 aprile 1142), chierico e brillante teologo è famoso come logico.
Importante, ad esempio, è la sua opera Sic et non, che fa capire come prediligesse la discussione razionale su ogni argomento. Ma più famosa è la sua romantica storia d'amore con Eloisa, colta fanciulla che le fu affidata dallo zio Fulberto per essere istruita (Abelardo pensò: “non mi sarei meravigliato di più se avessi visto affidare una tenera agnellina a un lupo affamato”).
Quando lei rimase incinta, Abelardo inizialmente rifiutò il matrimonio riparatore. Eloisa rispettò le sue scelte e, pur continuando ad amarlo immensamente (per Eloisa era una dedizione totale e assoluta, quasi annullamento di se stessa, che durerà per tutta la vita), si ritirò nel convento a Argenteuil.
La passione non li abbandonerà: Abelardo andava a trovarla di nascosto (non riuscendo a frenare il desiderio, non essendovi altro posto dove andare, i due amanti fecero l'amore senza freni e senza vergogna, anche in un angolo del refettorio).
Abelardo, però, dopo la nascita del figlio Astrolabio, accettò infine le nozze riparatrici a condizione che fossero tenute segrete per non pregiudicare la sua carriera accademica.
Fulberto, che da tempo covava desiderio di vendetta, fece evirare Abelardo, che poi prese i voti nel monastero di san Dionigi (Saint Denis) mentre Eloisa lo aveva preceduto e, su decisione di Abelardo, si fece monaca ad Argenteuil.
Seguì un periodo molto travagliato. Abelardo riuscì anche ad avere di nuovo successo come insegnante, sia come abate di Saint Gildas, sia come professore a Parigi.
Eloisa continuò ad amarlo. Abelardo, nella loro fitta corrispondenza, appare sempre più orientato alla sublimazione del suo amore verso Dio e appare molto distaccato.

Perché la sublimazione si dovrebbe raggiungere soltanto annichilendo i sensi e il sentimento d'amore che si prova verso un'altra persona?



Vamos con Aristòteles

Nell'Alto Medioevo divenne forte l'influenza degli arabi di Spagna. Gli arabi avevano mantenuto viva la tradizione aristotelica: commenti e traduzioni venivano ora tradotti in latino
→ riproposizione del problema del rapporto tra Rivelazione e filosofia antica
→ con Averroè (Ibn Ruschd) in particolare, sostenitore dell'esistenza di una sola anima superindividuale e dell'eternità della materia, nascerà la dottrina della doppia verità (se anche le verità della ragione e della fede sono in contraddizione tra loro, entrambe sono valide nel loro ambito)
→ interesse per le scienze naturali, per le quali il ricorso a Aristotele divenne obbligato (auctoritas)

San Tommaso, secondo cui Averroè aveva contraffatto l'insegnamento di Aristotele, assimilerà l’aristotelismo in forma più moderata, cristianizzandolo così come Agostino aveva cristianizzato Platone.



TOMMASO d'AQUINO
(Roccasecca 1225 – Fossanova 1274)

Nato a Roccasecca, presso Aquino, da una nobile famiglia. Studia nell'abbazia di Montecassino. A dell’ostilità della sua famiglia (che lo ostacolò nei suoi progetti di religioso), si trasferisce a Napoli dove prende gli ordini religiosi come monaco domenicano (per Domenico era importante difendere e diffondere la fede con la cultura). Nel 1259 è professore a Parigi dove conobbe il suo maestro Alberto Magno.

Il “bue muto” fu per un periodo considerato un rivoluzionario: nel 1277 l'Università di Parigi condannò alcune sue tesi. L'opera più importante è la Summa theologiae.

La teologia deve essere una scienza. Tommaso non poteva accettare l’idea agostiniana che Dio fosse raggiungibile attraverso l’interiorità. Gli sembrava una via irrazionale, se non mistica. Non la rinnegava ma pensava che la ragione dovesse essere lo strumento privilegiato di comunicazione con Dio.
Quindi cercò di conciliare Aristotele (il campione della razionalità) e Cristianesimo facendo una sintesi di ragione e fede: la filosofia e la rivelazione non sono in contraddizione e, con l'aiuto della ragione, possiamo giungere alle verità contenute nella Bibbia (poi la rivelazione completa il ragionamento: es. dell'eternità del mondo che è un’ipotesi razionale)
→ Teologia razionale: Aristotele ha cominciato il percorso che porta all'unica verità

Dio si è rivelato agli uomini attraverso la Bibbia e attraverso la ragione (che osserva la creazione); Dio ci spiega come vuole che viviamo attraverso la Bibbia e attraverso la coscienza.


Tutto viene da Dio

Tommaso d’Aquino è considerato il massimo esponente della filosofia cristiana. Pur se in alcune cose oggi è superato, la teologia e il Magistero cattolici hanno sempre attinto dai suoi scritti.
Il tomismo è il movimento di pensiero cattolico che si richiama a Tommaso e alla sua metafisica.

Tutto viene da Dio. Non ci può essere nulla che contraddice ciò che Dio ha creato, compresa la razionalità. La filosofia di Tommaso è in realtà una grande sintesi (concordismo) tra Bibbia, padri della Chiesa, pensiero filosofico classico (soprattutto Aristotele, il pagano!), con influenze del mondo arabo → realizza un vero e proprio umanesimo cristiano (fede e ragione) con qualche interesse anche per la natura e la scienza.

È anche grazie a lui che nelle università si passa dalla lectio alla quaestio (sono più di 500 quelle guidate da Tommaso).

Realismo moderato negli universali.

Distinzione di ambiti tra ragione e fede.

La razionalità arriva ai preambula fidei → Ma la ragione ha una sua autonomia e non si può dire che è semplicemente ancella della teologia


Tomismo

1. Concezione scientifica forte (da Aristotele): da premesse universali a conclusioni universali. E quindi la teologia? Per Tommaso è scienza perché le premesse (articoli di fede) vengono da Dio stesso e quindi sono universali. A questo punto, poi, si può applicare la logica.

2. Rivelazione e ragione non possono essere in conflitto, ma sono due vie per l'unica verità → La filosofia non è ancella. Può accadere che la ragione cada nell'errore: il conflitto, casomai, è apparente e solo a posteriori. Ma la filosofia è AUTONOMA: si rivolge all'uomo.

3. Come per Aristotele, la filosofia è soprattutto contemplazione e ha il primato sulle scienze pratiche

4. Come per Aristotele, Il problema centrale è l'essere. Tommaso deriva da Platone-Plotino-Agostino anche la partecipazione: il mondo partecipa dell'essere, cioè possiede parzialmente. Ma come per Aristotele non ci sono le idee e noi non siamo copie: gli individui hanno valore in sé che viene da Dio.

5. Ci sono argomentazioni per l’esistenza di Dio (a posteriori, solo razionali, per tutti). Le deriva da Platone e Aristotele. La realtà è contraddittoria (per es. mutevole e non causa sui)→ occorre postulare una soluzione chiara al lato oscuro della vita.

6. La conoscenza è basata sui sensi. Ma con l'astrazione e l'analogia possiamo attingere agli universali, che sono essenze colte immaterialmente (genere e specie). La conoscenza di Dio è per analogia.

7. Siamo sinolo di anima e corpo (ma solo anima intellettiva!). Il problema del sinolo è che muore anche l'anima (era ciò che sosteneva Averroè)→ Ma l'uomo si differenzia dagli animali: l'anima è sussistente, poiché autocosciente, può conoscere tutte le forme, conosce l'universale. Differenziandosi in tal modo radicale dal corpo, l’anima umana è eterna.


Sant’Aristotele

Occorreva cristianizzare Aristotele, il campione della razionalità umana, soprattutto dopo che Averroè lo aveva presentato in modo incompatibile con il cristianesimo.

Il passaggio da potenza a atto (materia e forma) viene integrato con l’esistenza, data da Dio. Per cui l’atto non è più la forma ma l’esistenza.
Per la precisione la potenza è materia + essenza (quidditas) e l'atto è l'esistenza.
La forma dell’uomo (anima) è diversa da quella degli altri enti.
Dunque essenza è distinta da esistenza. Ogni ente è un'essenza che ha l'essere (esiste). Ogni ente è id+est. E Dio dà l'essere alle essenze.
Solo in Dio essenza ed esistenza coincidono. Dio è essere, le creature hanno l'essere. E così tra l’altro che possono essere conosciute.

Ma allora non si tratta dello stesso essere? No, le creature partecipano dell’essere, ma non sono lo stesso essere: lo possiedono in parte. Questo è il concetto di analogia dell'essere: tra l'essere di Dio e l'essere delle creature non vi è identità né opposizione, c'è somiglianza in proporzione diversa.
→ Salvaguarda l'assoluta trascendenza di Dio e evita il panteismo (non è lo stesso essere)
→ Dà la supremazia alla Teologia che sola può studiare e conoscere Dio (per analogia)


Le cinque vie

Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu→

Le cinque prove (a posteriori) per la dimostrazione dell'esistenza di Dio:

1. tutto ciò che si muove è mosso da altro (ex motu)

2. ogni cosa ha una causa (ex causa)

3. ogni cosa è contingente (ex possibili)

4. ogni cosa ha vari gradi di perfezione (ex gradu)

5. ogni cosa è ordinata a uno scopo (ex fine).





GUGLIELMO DI OCKHAM (o Occam)
(Ockham 1280/90 – Monaco di Baviera 1349/50)

Francescano → Ritorno a Sant’Agostino e a Platone.

Grande contestatore (anche di papa Giovanni XXII) e sostenitore di una Chiesa povera. Fu dichiarato eretico (ma si tolse la soddisfazione di dichiarare eretico il papa!)

Dio non ha creato il mondo per "intelletto e volontà" (come dice Tommaso d'Aquino), ma per sola volontà, e dunque in modo arbitrario, senza né regole né leggi, che ne limiterebbero la libertà d'azione.

Quindi non è possibile una collaborazione tra fede e ragione → si dissolve un presupposto della scolastica.
La ragione è impotente di fronte al sacro, anche riguardo i preambula fidei.

La teologia non può essere scienza
→ Fideismo (primato assoluto della fede).

Esistono solo le cose particolari. L'unico sapere possibile diventa quello fondato sull'esperienza di cose ed eventi individuali (qui è, in parte, aristotelico)


Il Rasoio di Occam

A partire dalla riflessione sugli Universali, Occam dirà: Entia non sunt moltiplicanda praeter necessitatem (o sine necessitate).
[Gli enti non sono da moltiplicare al di là del necessario (o senza necessità)]

È un principio di economia ontologica → "essenza", "sostanza", "etere", "spazio", "tempo", "legge naturale"… Tutti concetti che vengono giudicati inutili da Occam.

Tale principio, ritenuto alla base del pensiero scientifico moderno, nella sua forma più immediata suggerisce l'inutilità di formulare più teorie di quelle che siano strettamente necessarie per spiegare un dato fenomeno.
Si tende a definire la teoria del Rasoio di Occam come la scelta più semplice.


Da Occam alla scienza

Guglielmo di Occam è l'ultimo pensatore medioevale e il primo (suo malgrado!) moderno.
Dopo di lui, posto il primato assoluto della fede e l’impossibilità di relazione paritaria con la ragione, la filosofia deve trovare una nuova collaborazione.

La filosofia troverà collaborazione nella ricerca empirica
→ Si apre la via allo studio della natura e della scienza moderna.