mercoledì 26 novembre 2014

Avviso cambio sede

AVVISO

Dal 27 novembre faremo lezione all'Arena SFERISTERIO.

Per la precisione saremo nella sala interna. L'ingresso è quello principale, da piazza N.Sauro, poi appena entrati, si salgono le scale fino al secondo piano.

Appuntamento alle 21.00













Calendario provvisorio delle lezioni 2014-2015 allo Sferisterio:
-27 novembre (Parmenide)
-11 dicembre (Pitagora - Pluralisti)
-18 dicembre (Conferenza Sergio Labate: "I figli degli uomini")
-8 gennaio (Sofisti e introduzione a Socrate)
-22 gennaio (Socrate)
-5 febbraio (Platone)
-19 febbraio (Platone)
-5 marzo (Platone-Aristotele)
-19 marzo (Aristotele)
-2 aprile (Aristotele)
-16 aprile (Aristotele-Platone)
-30 aprile (Scuole ellenistiche)
-14 maggio (Scuole ellenistiche)
-28 maggio (Plotino)
-4 giugno (Cenni alla filosofia cristiana)

sabato 15 novembre 2014

13 novembre 2014 - La discussione post lezione 03


Dopo la lezione su Eraclito, come spunto iniziale per la discussione, siamo partiti dall'etimologia di paura e da una frase di Tolstoj:











Una delle superstizioni più frequenti e diffuse è che ogni uomo abbia solo certe qualità definite, che ci sia l'uomo buono, cattivo, intelligente, stupido, energico, apatico, eccetera.

Ma gli uomini non sono così.

Possiamo dire di un uomo che è più spesso buono che cattivo, più spesso intelligente che stupido, più spesso energico che apatico, e viceversa: ma non sarebbe la verità se dicessimo di un uomo che è buono o intelligente, e di un altro che è cattivo, o stupido.
E invece è sempre così che distinguiamo le persone.

Ed è sbagliato.

Gli uomini sono come i fiumi: l'acqua è in tutti uguale e ovunque la stessa, ma ogni fiume è ora stretto, ora rapido, ora ampio, ora tranquillo, ora limpido, ora freddo, ora torbido, ora tiepido.
Così anche gli uomini.

Ogni uomo reca in sé, in germe, tutte le qualità umane, e talvolta ne manifesta alcune, talvolta altre, e spesso non è affatto simile a sé, pur restando sempre unico e sempre se stesso.


** *** **

La lettura di questo testo ha dato vita ad una serie di domande da cui poi è partita una discussione. Le domande sono le seguenti:

  1. Siamo sicuri che gli esseri umani siano tutti uguali? (Fabio)
  2. E' possibile definire chi siamo? (Pamela)
  3. Come, quando e perché ognuno di noi è qualcosa di queste qualità? (Rosita, Cristiana)
  4. Perché viene utilizzata la parola "superstizione"? (Lauretta, Tamara)
  5. Perché è sbagliato identificare con una qualità una persona? (Alessio)
  6. Anche se è sbagliato catalogare, perché ne abbiamo bisogno? (Patrizia, Lorella)
  7. L'uomo è sempre libero di esprimere le nostre qualità? (Giuliano)
  8. Ma è vero che le persona categorizzano gli altri con una sola qualità? (Paola)
  9. Tendiamo a schematizzare la personalità altrui per avere un quadro di chi abbiamo di fronte? (Tamara)
  10. Ma le qualità sono dell'uomo o dipendono dalle situazioni? (Riccardo)

13 novembre 2014 - Lezione 03 - ERACLITO



ERACLITO

Il perenne fluire di tutte le cose.

Della professoressa Pamela Grisei.


(Clicca il titolo in rosso per andare alla pagina web relativa alla lezione)









Da ricordare, in sintesi

1. Contrapposizione:
     svegli / dormienti
     verità / opinione
     ragione / sensi
2. La realtà come flusso incessante del divenire
3. Lògos come unità di essere, pensiero e parola (discorso/linguaggio)
4. Legge dell’armonia (unità, interdipendenza) dei contrari in guerra





Differenze con i predecessori

I MILESI (Talete, Anassimandro, Anassimene)

-Arché: elementi materiali
-Ricerca naturalistica
-Il divenire è il problema
-Ingiustizia degli opposti (Anassimandro)
-Importanza dei sensi e dell'osservazione
-La ragione è il metodo




ERACLITO

-Arché: il fuoco è un simbolo
-Ricerca morale -“spirituale”
-Il divenire è vita (soluzione)
-Ingiustizia apparente degli opposti
-La conoscenza sensibile è opinione
-La ragione è metodo e norma

lunedì 3 novembre 2014

30 ottobre 2014 - La discussione post lezione 02


Dopo la lezione, come spunto iniziale per la discussione, siamo partiti dall'etimologia di paura e da alcune frasi di Osho:









Paura. Dal latino "pàvor"/"pàveo", dal greco “pàio” (=percuoto, urto) --> la scossa che mi dà lo spavento.


Non dire: “Provo paura”.
Questo è un modo sbagliato per esprimersi.
Non dire: “Ho paura”.
Anche questo è un modo errato di esprimersi.
Dì semplicemente: “Sono la paura. In questo momento sono la paura”.
Non creare una divisione.
Se dici: “Io ho paura”, ti separi dalla tua sensazione.
Tu sei in qualche luogo lontano mentre la sensazione è intorno a te.
Questa è la separazione di base.
Puoi dire:“Io sono la paura” e osserva: è veramente così!
Quando c’è la paura, tu sei la paura.

Quando navighi in un mare inesplorato, come fece Colombo, c’è sempre paura, una paura immensa, perché non sai cosa accadrà e hai lasciato la sicurezza della riva. In un certo senso, stavi benissimo ed eri protetto da ogni rischio. Coraggio è accettare la sfida dell’ignoto. Coraggio è mettere a repentaglio il conosciuto per l’ignoto, il familiare per ciò che non è familiare, il comodo per uno scomodo e difficile pellegrinaggio verso una destinazione sconosciuta. Non sai mai se sarai in grado di farcela oppure no. “Se il tuffatore pensasse sempre allo squalo non metterebbe mai le mani sulla perla”.


Coraggio non è assenza di paura.
Coraggio è la totale presenza della paura.


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La lettura di questo testo ha dato vita ad una serie di domande da cui poi è partita una discussione. Le domande sono le seguenti:

  1. Per avere coraggio occorre non pensare? (Tamara)
  2. E' possibile avere un'etimologia di coraggio? (Guido)
  3. Come possiamo trovare dentro di noi il coraggio di vincere la paura se noi siamo la paura? (Sonia)
  4. Noi siamo le nostre Emozioni? (Mario, Tamara)
  5. Separarci dalla paura non ci permette di difenderci? (Elvira)
  6. Se il coraggio è la totale presenza della paura, il coraggio è quindi consapevolezza dell'ignoto? (Rosita)
  7. Il coraggio potrebbe invece essere collegato all'incoscienza? (Lorella)
  8. Coraggio non è assenza di paura? Coraggio è la totale presenza della paura? (Lucia)
  9. Se la paura è la paura di perdere un bene, il coraggio deriva dalla paura di perdere un bene ancora maggiore? (Fabio C.)
  10. La speranza come la paura sono il motore del divenire umano? (Fabio B.)
  11. Giocare con la paura è filosofia? E' furbizia? (Stefano)
  12. Se io sono la paura, quante paure ci sono in questa stanza? (Franco)
  13. Lasciare il comodo per lo scomodo ci dà la possibilità di definirci (conoscerci)? (Elvira)
  14. Possiamo scegliere di non avere paura? (Carla)
  15. Ci può essere un legame tra paura, coraggio e disperazione? (Giuliano)

30 ottobre 2014 - Lezione 02 - I primi filosofi della "scuola" ionica: TALETE, ANASSIMANDRO, ANASSIMENE


Programma annuale
Presentazione del programma annuale:
- I presocratici
- Socrate
- Platone
- Aristotele
- Le filosofie dell'Ellenismo
- La filosofia a Roma
- Plotino
- La filosofia nell'epoca cristiana

Programma che, tradotto in domande (secondo quanto suggerito dal filosofo Berti), potrebbe essere riassunto così:
  • L’universo ha un'origine?
  • Cosa tiene unito tutto?
  • Che cos’è l’essere?
  • Chi sono gli dei?
  • Che cos’è l’uomo?
  • Perché dici questo?
  • Che effetto fa la poesia?
  • Che cos’è la felicità?
  • Qual è il destino dell’uomo dopo la morte?

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PRESOCRATICI
(alcuni preferiscono parlare di presofisti)
 Scuola di Mileto (Talete,  Anassimandro, Anassimene)
 I pitagorici
 Eraclito
 La scuola di Elea  (Parmenide, Zenone)
 I fisici pluralisti (Empedocle,  Anassagora, Democrito)
 I sofisti (Protagora, Gorgia)












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“SCUOLA” DI MILETO
Gli ionici, detti anche milesi o fisiologi o naturalisti:
- Talete
- Anassimandro
- Anassimene








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TALETE
(Mileto, 640/625 a.C. – circa 548 a.C.)
Uno dei sette sapienti, ingegnere, politico, astronomo, matematico.
Numerosi viaggi in Egitto e a Babilonia (cognizioni matematiche, astronomiche e geometriche).
Aneddoti e episodi per cui era famoso:
-Predizione dell'eclissi solare nel 585 a.C.
-Caduta nel pozzo.
-Acquisto dei frantoi in tempi di carestia.
-Teoremi e calcolo dell’altezza delle piramidi.





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UNO-MOLTI
Qual è la realtà a cui possiamo ricondurre unitariamente la molteplicità delle cose, comune ad esse e origine di esse ?
Non si può parlare di pensiero filosofico -nel senso di sistema completo- ma di atteggiamento.
(E’ anche l’atteggiamento dello scienziato, che osserva e fa ipotesi).
È importante la domanda non la risposta






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ARCHE’ (αρχή)
Principio originario da cui tutto deriva
L'arché dunque non solo è ciò che vi è di identico nelle cose diverse, e non solo è la dimensione da cui esse provengono e in cui esse ritornano, ma è anche la forza che determina il divenire del mondo, ossia è il "principio" che, governando il mondo, lo produce e lo fa tornare a sé. (E.Severino).

C’è il tentativo di trovare una spiegazione razionale, unitaria della molteplicità dei fenomeni naturali e del loro divenire.
--> Dunque c’è un’eziologia (da aitia, che significa causa) non mitica, non fantastica o immaginativa.
L’arché è forza generatrice. Non è un principio cronologico (=che viene prima nel tempo, bensì ontologico (=è la realtà più vera, per così dire)
Il termine arché pare sia stato usato per primo da Anassimandro, non da Talete.

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L’acqua è l’origine di tutte le cose
L'acqua (l'umidità) è l’archè, elemento naturale, materiale, permanente, quindi primario e non derivato. Fa da sostrato a tutte le cose
Non è l'acqua che beviamo. Ciò che beviamo ne è una manifestazione. È acqua come elemento umido come physis (natura) originaria
Come già detto, “Origine” non va intesa in senso strettamente cronologico, ma ontologico
C’è un processo di astrazione (qualcuno direbbe: riduzionismo)







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Perché l’acqua?
Anche l’argomentazione è razionale
Secondo Aristotele c’è stata un’osservazione empirica alla base--> induzione (=dal particolare al generale)
Le proprietà dell'acqua (incolore, inodore, insapore) sono tali da renderla adatta a trasformarsi assumendo varie caratteristiche
E tutto il resto?
Tutto il resto è attributo dell'acqua che si trasforma

Il primo passo della filosofia (e della scienza) è stato compiuto: non più spiegazioni mitiche (Oceano e Teti), ma: ragione + osservazione empirica

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Tutto è pieno di Dei (Pànta plère theòn)
L'unica frase che di Talete ci è tramandata fa pensare al panteismo (pan=tutto; theos=Dio), ma collegandola al fatto che per lui l’arché è l’acqua, la frase dovrebbe significare che tutto è pieno del principio umido vivificante.

Approfondimento e vocabolario:
Se è vero che tutto è pieno di principio umido, pur essendoci cioè all'origine un elemento materiale, si tratta di una materia vivente -->Non si può parlare di materialismo, ma si deve usare la parola ilozoismo (da ΰλη=materia e ζωον=vivente) --> Tutta la realtà (anche quella apparentemente inerte) è animata, dotata di vita (es. magnete). L’archè è in tutte le cose, il principio di tutto è nelle cose (Talete spiega la natura con un elemento che è nella natura) --> L'arché dei primi filosofi è sempre immanente (in=dentro, maneo=rimango, sto). Il contrario di immanente è trascendente (=separato).

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Talete non ha scritto nulla (o nulla di lui ci è pervenuto)
Ecco la testimoniannza:

La maggior parte di coloro che primi filosofarono pensarono che princípi di tutte le cose fossero solo quelli materiali.
Infatti essi affermano che ciò di cui tutti gli esseri sono costituiti e ciò da cui derivano originariamente e in cui si risolvono da ultimo, è elemento ed è principio degli esseri, in quanto è una realtà che permane identica pur nel trasmutarsi delle sue affezioni.
E, per questa ragione, essi credono che nulla si generi e che nulla si distrugga, dal momento che una tale realtà si conserva sempre.
E come non diciamo che Socrate si genera in senso assoluto quando diviene bello o musico, né diciamo che muore quando perde questi modi di essere, per il fatto che il sostrato – ossia Socrate stesso – continua ad esistere, così dobbiamo dire che non si corrompe, in senso assoluto, nessuna delle altre cose: infatti deve esserci qualche realtà naturale (o una sola o più di una) dalla quale derivano tutte le altre cose, mentre essa continua ad esistere immutata.
Tuttavia, questi filosofi non sono tutti d’accordo circa il numero e la specie di un tale principio.
Talete, iniziatore di questo tipo di filosofia, dice che quel principio è l’acqua (per questo afferma anche che la Terra galleggia sull’acqua), desumendo indubbiamente questa sua convinzione dalla constatazione che il nutrimento di tutte le cose è umido, e che perfino il caldo si genera dall’umido e vive nell’umido.
Ora, ciò da cui tutte le cose si generano è, appunto, il principio di tutto. Egli desunse dunque questa convinzione da questo fatto e dal fatto che i semi di tutte le cose hanno una natura umida e l’acqua è il principio della natura delle cose umide.
(Aristotele)

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ANASSIMANDRO
(Mileto, 610 a.C. – circa 547 a.C.)
Matematico, astronomo e politico, forse discepolo e comunque conoscente di Talete.
Si deve a lui la scoperta dell'obliquità dell'eclittica (l'angolo di intersezione del piano dell'orbita terrestre con l'equatore celeste) → equinozi, solstizi
Ha introdotto la meridiana (orologio solare)
E’ il fondatore della cartografia (disegnò l'intera terra, vista come un disco circondato da un Oceano)
Ha introdotto il termine “Arché” (unità che sta sotto tutte le cose) nella filosofia
Opera principale: Sulla natura.

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Come fa il fuoco a venire dall’acqua?
Seguendo Talete, anche Anassimandro considerava l'acqua un elemento fondamentale.
Per es., l'origine degli animali e degli stessi esseri umani (prima squamosi) avrebbe avuto luogo dal mare (dai pesci, in particolare) e dalle zone umide della Terra (→ primo evoluzionista!)

Ma come si può concepire che dall'acqua derivi il fuoco?
(E comunque: perché non il contrario?)

“E' chiaro che avendo osservato il reciproco mutamento dei quattro elementi, Anassimandro ritenne giusto di non porne nessuno come principio, ma qualcosa d'altro”. (Simplicio)

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Ma cos'è quel quid che non è nessuno dei contrari e da cui tutti i contrari vengono?
L'arché è l'ápeiron
(apeiron: a =senza peras=confine), principio materiale, illimitato (quantità) e indeterminato (qualità), nel quale stanno tutte le cose mescolate indistintamente tra loro.
Una pura materia indifferenziata.
Un super-elemento









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Il primo frammento della storia della filosofia
Principio degli esseri è l’àpeiron...
da dove infatti gli esseri hanno l’origine, là hanno anche la dissoluzione, secondo necessità:
poiché essi debbono pagare [l’uno all’altro]
la pena e l’espiazione dell’ingiustizia,
secondo l’ordine del tempo













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Cosmogonia: come ha avuto origine il mondo?
Dalla materia primordiale si separano elementi opposti. Il caldo si dispone verso l'esterno, separandosi dal freddo. Lo stesso accade con il secco e l'umido.
Tutte le cose ritornano infine all'elemento da cui erano state originate (→ successione infinita di mondi →  probabilmente esistono altri mondi)
Per esempio, i fossili dimostravano che piano piano il fuoco avrebbe consumato tutta l'acqua e quindi prima o poi il nostro mondo sarebbe finito. Infatti anche il fuoco, senza il suo contrario, sarebbe dissolto. (→necessaria compresenza dei contrari)








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Come si separano le cose dall'àpeiron?
La nascita delle cose non avviene per alterazione o trasformazione del principio elementare (arché), ma per distacco: a causa dell'eterno movimento, coppie di contrari (a cominciare da acqua e fuoco) si separano.
C'è dunque una forza, un continuo movimento a vortici, delle spirali interne all'àpeiron.







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L’inventore della cartografia
Anassimandro è il primo cartografo della storia.
Per un cartografo è ovvio: i segni che si stagliano sul foglio bianco a definire paesi, coste, confini (e dunque delimitano) possono essere tracciati solo perché c'è lo sfondo: tolto lo sfondo (l’àpeiron), è tolto anche il segno che questo contiene (il finito).












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In volo con Anassimandro: la cosmologia
Se la cosmogonia è il discorso sull’origine del mondo, la cosmologia è il discorso su come è fatto il mondo, su quali sono le sue leggi. Per Anassimandro, la Terra è al centro, tutta circondata dall'acqua. Al di sopra c'è il vapore prodotto dal riscaldamento dell'acqua operato da un fuoco che originariamente abbracciava ogni cosa. L'evaporazione dell'acqua aumentò il volume del vapore d'acqua che fece esplodere l'involucro di fuoco, producendo le stelle, il Sole, e la Luna.
L’Universo è composto di cerchi concentrici, il più esterno dei quali è il Sole, quello intermedio la Luna e il più interno le stelle;
la Terra, cilindrica, rimane sospesa al centro senza poggiare su nessun supporto materiale, perché, trovandosi a uguale distanza da tutte le parti, non è sottoposta ad alcuna sollecitazione.
-->Mentre per Talete la terra galleggiava nell'acqua, ora viene ipotizzato un equilibrio di forze. La Terra è senza sostegno!

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E ora un po' di filosofia a partire dal frammento di Anassimandro...
C'è una legge. C'è un'infrazione
Nell'àpeiron c'è giustizia e unità (movimento, ma con un ritmo unitario). Dunque se ci si separa si infrange la legge→ ingiustizia.
Ma separarsi significa esistere.
L'esistenza è dunque una colpa? C'è un peccato originale?
Per i greci no. La vita è tragica, ma non c'è mai obiezione alla vita (a meno che non ci siano infiltrazioni orfiche in Anassimandro).
“L'uno all'altro”  l’ingiustizia forse è degli opposti tra loro…





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…L’uno all’altro
Tenendo presente come esempio l’amministrazione della giustizia nella polis e l’importanza del bene comune, una possibile analisi del frammento porta anche a dire che il tempo è il giudice del tribunale. (Il tempo interviene a regolare la lotta dei contrari).
L'ingiustizia è la pretesa di ogni cosa di sostituirsi al suo contrario, di sussistere in assenza del suo opposto.
L'ingiustizia è non comprendere e/o non rispettare i limiti (o, se vogliamo, l'individualismo).
La legge è la necessaria coesistenza degli opposti?




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Talete --> Anassimandro
Rispetto a Talete, l’operazione di astrazione in Anassimandro è maggiore perché l'arché non è immediatamente osservabile
L'àpeiron è un'ipotesi prettamente razionale. Si Gli occhi sono gli occhi della mente, che non immagina (mentalità mitica) ma osserva e ragiona andando anche al di là del sensibile. (Si va verso l'intelligibile)




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ANASSIMENE
(Mileto, 586 a.C. – circa 525 a.C.)
Astronomo, discepolo di Anassimandro. Considerato dagli antichi l’esponente più rappresentativo della “scuola” di Mileto.
Anche a lui viene attribuita un’opera dal titolo Sulla natura.
La sua cosmologia prevedeva la Terra come una superficie piatta, fluttuante nell'aria. Il Sole e le stelle erano nati dalla Terra.
Ci è pervenuto un frammento:
Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero

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L’aria (pneuma) è l’arché Sostanza naturale, illimitata, eterna, determinata, in perenne movimento
Due esperienze:
L’uomo si percepisce come soffio vitale
Con la bocca larga, l'aria esce calda, mentre con la bocca stretta esce fredda
Due esigenze:
L’arché deve essere determinato
Occorre spiegare il processo che va dall’unità alla molteplicità









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Rarefazione e condensazione
Talete aveva compiuto un percorso parziale: dalla molteplicità all’unità. Ma come si spiega il processo inverso? Anassimandro aveva pensato ad un movimento a vortice che produceva il distacco dall'àpeiron.
Anassimene affronta il problema esplicitamente, con razionalità “scientifica” e con un maggiore “materialismo”: sono i movimenti meccanici di rarefazione e condensazione a determinare l'aspetto delle cose. Diventando più calda, l'aria rarefatta si trasforma in fuoco; diventando più fredda, essa si condensa e si trasforma gradualmente in vento, nuvole, acqua, terra e pietra.  Le differenze qualitative del visibile sono mutamenti quantitativi di un principio primo unitario e invisibile.

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Anima del mondo?
L'universo viene concepito come un gigantesco organismo vivente e unitario che respira l'aria in cui è immerso, e il respiro stesso è la sua vita e la sua anima.
--> Forse non siamo così lontani dal concetto di “spirito”.
--> Con aria si deve forse intendere “principio della vita”.
Qualcuno ha azzardato anche con “mente dell'universo”, “pensiero” o “intelligenza”.
Altri hanno proposto di vedere l’aria come metafora del linguaggio, che esce dalla nostra bocca.
Dunque l'aria non è un elemento materiale?
Oppure è il quinto elemento, l'etere?
Rimaniamo qui: l’aria è il soffio vitale da cui tutto si genera.
Come l'anima nostra, che è aria, ci sostiene, così il soffio e l'aria circondano il mondo intero

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Talete-Anassimandro -->Anassimene
L'aria è un passo indietro in termini di astrazione? Sembrerebbe di sì, rispetto all'àpeiron che forse a Anassimene sembrava essere un concetto definito in negativo. Ma occorre fare almeno tre considerazioni:
1. C'è un'esigenza di rigore razionale: spiegare con una causa chiara il processo dinamico di produzione del molteplice.
2. Il termine greco che indica la vita è psyché (anima), che in origine significava proprio "soffio vitale". L'aria è soffio vitale (pneuma), principio vivificatore da cui originano tutte le cose. L'aria ne è l'aspetto più visibile. Lo spirito del mondo.
3. I successori si riferiscono a Anassimene come il modello del pensiero ionico. (Probabilmente va considerato come il campione delle spiegazioni razionali.)