Dopo la lezione, come spunto iniziale per la discussione, una favola di Esopo:
Il nibbio, durante il primo periodo della sua esistenza, aveva posseduto una voce, certo non bella, ma comunque acuta e decisa.
Egli, però, era sempre stato nutrito da una incontenibile invidia di tutto e di tutti.
Sapeva di essere imparentato con l'aquila, ma questo, invece di costituire un vanto, non faceva altro che alimentare la sua gelosia: capiva di essere inferiore e si rodeva dalla rabbia per questo.
Invidiava gli uccelli variopinti come il pappagallo e il pavone, lodati e vezzeggiati da tutti.
Inoltre, si mostrava sprezzante nei riguardi dell'usignolo, dicendo tra sé: "Sì, ha una bella vocetta, ma é troppo delicata e romantica! Roba da donnicciole! Se devo cercare di migliorare la mia voce, certamente non prenderò come esempio questo stupido uccello. Io voglio una voce forte, che si imponga sulle altre!".
Era un bel giorno di primavera.
Il nibbio se ne stava tranquillamente appollaiato sopra un ramo di faggio, riparato dalle fresche fronde della pianta.
Inaspettato, giunse un cavallo accaldato che, cercando un po' di refrigerio, andò a riposarsi all'ombra dell'albero.
Sdraiandosi con l'intenzione di fare un sonnellino, l'equino, inavvertitamente, si punse con un cardo spinoso e, dal dolore, lanciò un lungo e acutissimo nitrito.
"Oh, che meraviglia!" -esclamò il nibbio con entusiasmo-. Questa é la voce che andrebbe bene per me: acuta, imponente e inconfondibile!".
Il nibbio cominciò, da quel mattino, ad esercitarsi nell'imitazione del verso meraviglioso che aveva udito.
Provò e riprovò scorticandosi la gola, ma inutilmente.
Quando, dopo molti tentativi senza successo, si rassegnò a tornare alla sua voce originale, ebbe una brutta sorpresa: gli era sparita a furia di sforzarla!
Cosi dovette accontentarsi di emettere un suono insignificante e rauco per tutta la vita.
** *** **
La lettura di questa favola ha dato vita ad una serie di domande da cui poi è partita una discussione. Le domande sono le seguenti:
- Nella vita è opportuno migliorarsi sempre o accettarsi come si è? (Tamara)
- Quali sono gli aspetti positivi dell'invidia, se ci sono? (Germana)
- Che cosa ci spinge a cambiare? (Lucia)
- Perché non apprezziamo le nostre qualità e invidiamo quelle degli altri? (Patrizia)
- Dobbiamo rimanere sempre noi stessi al di là di ogni circostanza? (Annamaria)
- Se avessimo tutti la capacità, potremmo essere tutti superiori agli altri? (Giorgio)
- E' possibile che il nibbio abbia provato a imitare il verso dell'equino per paura di non essere accettato? (Valentina)
- Perché tendiamo a imitare modelli di perfezione? (Tiziana)
- Perché quando scegliamo di invidiare gli altri, scegliamo un aspetto che non è sempre invidiabile? (Sergio)
- Scelgo io di essere invidioso? (Annamaria)
Nessun commento:
Posta un commento