sabato 13 giugno 2015

21 maggio 2015 - Lezione 13/a - ARISTOTELE (terza parte)


ARISTOTELE
(Stagira 384 a.C – Calcide 322 a.C) 





(terza parte: METAFISICA)















Filosofia prima

Ripartiamo dalla classificazione delle scienze. Aristotele procede con meticolosità da sceinziato e l'ordine è importantissimo.

La metafisica è chiamata da Aristotele con il nome di filosofia prima.

Anche se per Aristotele tutte le scienze hanno pari dignità, la metafisica occupa il primo posto nella sua classificazione.





L'essere

La metafisica studia la realtà. Studiare la realtà significa studiare l'essere.

A differenza di Parmenide che considerava l'essere in modo univoco, Aristotele, sulla scia del suo maestro Platone, concepisce l'essere in più modi.

L'essere è sempre essere ma ha una pluralità di modi di manifestarsi: non è dunque univoco, ma nemmeno equivoco, nel senso di frammentato. E' allora polivoco, o come diranno i medioevali, analogo (cioè si può dire in sensi diversi ma tutti accomunabili ad un'unica radice).

Nello schema sopra, c'è una suddivisione, che verrà poi approfondita nella lezione della prof.ssa Grisei (v. quarta parte)


Eziologia (discorso sulle cause)

Conoscere le cause della realtà significa conoscere la realtà. Dunque l'essere è anche conoscenza delle cause o dei principi primi che lo costituiscono.

Aristotele individua quattro cause:
-Materiale (es.: i mattoni di argilla di cui è costituita una casa)
-Efficiente (es.: il muratore che costruisce la casa)
-Formale: (es.: il progetto dell'architetto)
-Finale (es.: lo scopo in vista di cui si costruisce la casa, abitarci, ripararsi dalle intemperie, ecc.)


Onotologia (discorso sull'essere in quanto essere)

Si rimanda alla lezione della prof.ssa Grisei per l'approfondimento.
Qui si accenna alla soluzione del problema del divenire (il fatto che le cose cambino in continuazione) che Aristotele trova con i concetti di atto e potenza.
Il divenire non è passaggio dall'essere al non essere, ma passaggio da un modo di essere a un altro modo di essere.

Ogni realtà è contemporaneamente la potenzialità del suo sviluppo (un principio interno che la guida) e il suo sviluppo completo (la realizzazione di quella potenzialità, di quel principio interno).
Dunque non c'è differenza sostanziale tra la ghianda e la quercia o tra il bambino e l'adulto: la ghianda è quercia in potenza e il bambino è l'adulto in potenza; la quercia è la realizzazione in atto di quella potenza, l'adulto è la realizzazione in atto di quella potenza.
Atto e potenza sono sempre in relazione tra loro e non vanno separati (sono lo stesso essere).



Il primato dell'atto

L'atto precede sempre la potenza (non in senso cronologico ma in senso ontologico), perché è il fine della potenza: è ciò che guida il suo sviluppo.
Dunque non ci potrebbe essere alcuna potenza se non si presupponesse l'atto che la guida.

Anche se i nostri sensi vedono l'uovo e il pulcino prima della gallina, Aristotele risolverebbe l'eterno dilemma dicendo che la gallina viene sempre "prima" dell'uovo.
(Più precisamente direbbe che il gallo -e non la gallina- precede l'uovo. Infatti, secondo la mentalità dello stagirita, la forma femminile non è perfetta)



Usiologia (discorso sull'essere come sostanza)

La sostanza è ciò che sta alla base dell'essere (sostanza da sub stare, cioè stare sotto, essere a fondamento). Si può dire che sia l'oggetto principale di studio della Metafisica.
E' sempre soggetto ben individuabile e mai predicato.
E' ciò che non muta mai anche se mutano le sue caratteristiche accidentali.

La sostanza ha tre significati:
-Materia:  ciò di cui è composto materialmente ogni essere (es.: il legno del tavolo)
-Forma: l'essenza strutturale che determina la materia (es.: ciò per cui quel legno è un tavolo e non una sedia)
-Sinolo (cioè unione inscindibile) di materia e forma (es.: il tavolo). E' ogni individuo concreto, determinato

La materia non è sostanza a pieno titolo (ha bisogno della forma). La forma è sostanza a pieno titolo (non ha bisogno di nulla ed è l'essenza di ogni cosa). Il sinolo è sostanza a pieno titolo (non ha bisogno di nulla ed è sostrato determinato di tutte le caratteristiche accidentali: es.: Socrate può avere la barba bianca oppure no ma è sempre Socrate).

Questione irrisolta: tra sinolo e forma cosa è più sostanza a pieno titolo? Forse il sinolo perché è determinato e individuale o forse la forma perché costituisce l'essenza immutabile delle cose


NB
1) La forma è l'atto considerato dal punto di vista statico (atto=forma dal punto di vista dinamico); la materia è la potenza considerata dal punto di vista statico (potenza=materia dal punto di vista dinamico)
2) Forma e atto, materia e potenza sono anche la spiegazione del divenire: dunque l'eziologia si riconnette all'ontologia e all'usiologia: le cause che rendono possibile il passaggio dalla potenza all'atto sono le quattro individuate prima.
3) La forma non è l'esatto equivalente dell'Idea platonica perché non sta in un mondo separato ma si trova in questo mondo, all'interno di ogni sostanza e guida dall'interno la materia.
4) L'anima, che è forma della materia-corpo negli esseri umani, muore con il morire del corpo: dunque, a differenza di Platone, per Aristotele l'anima non è immortale



Teologia (discorso sull'essere come Dio)

Va spiegato il movimento di tutto l'universo. Ogni potenza presuppone un atto che spieghi il suo movimento.

Di atto in atto non si può andare all'infinito (sarebbe come dire che non esiste una causa che spieghi il movimento, sarebbe come dire che esistono solo effetti senza causa, il che per la logica è assurdo).
Dunque esiste una causa iniziale, spiegazione di ogni movimento. Una causa che non ha bisogno di ulteriori cause e dunque sia causa prima.

Una causa che spieghi anche il tempo e che dunque sia fuori dal tempo, cioè eterna. Una causa che spieghi il movimento e non abbia nulla che la muova a sua volta, dunque immobile. Una causa che muova sempre senza avere in sé potenza (cioè materia), altrimenti potrebbe anche non muovere, dunque immateriale, cioè atto puro.
à Esiste un primo motore immobile (=Dio)

E' atto puro, dunque è attività. L'unica attività concepibile è il pensiero. L'unico contenuto concepibile è se stesso. Dunque Dio è pensiero di pensiero (noèsis noèseos, in greco)

Come può muovere la materia un Primo Motore immbile e immateriale? Può muovere solo perché attrae, cioè come fine, cioè come oggetto d'amore e di desiderio di tutto l'universo. [Cfr. Dante: "l'Amor che move il Sole e l'altre stelle"]

C'è un finalismo universale (un tèlos, in greco)
Ogni ente (sostanza) ha in sé una potenzialità da realizzare e aspira alla sua perfezione in analogia alla perfezione del Primo Motore

NB
Il Primo Motore Immobile di Aristotele non è un Dio creatore né un Dio provvidente.







1 commento:

  1. Molto interessante. A proposito della ghianda e della quercia, viene spesso citata come aforisma la frase per cui "Ogni essere umano viene procreato con una gamma di potenzialità uniche che bramano di essere soddisfatte come la ghianda che desidera diventare la quercia che è in lei".
    Tuttavia non viene specificato da che opera è tratta. Non è nella Generazione e corruzione, e neanche credo nella Metafisica. Voi sapete da che opera è tratta? Grazie

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