L'ELLENISMO
CINISMO
CINISMO

L'Ellenismo
Le conquiste di Alessandro Magno (e poi dell'impero romano) portarono al declino delle Pòlis, le città-stato → cosmopolitismo e sincretismo
La filosofia abbandona le grandi sintesi e si concentra sull'individuo, che si percepisce meno protetto e fragile. Si tenta di rispondere alla domanda: come posso vivere al meglio in questa nuova epoca incerta? → filosofia = terapia
Epicureismo, Stoicismo, Scetticismo e Cinismo saranno le principali risposte. Il contrasto più netto è tra scuola epicurea (atomi e piacere) e stoica (provvidenza e dovere).
C'è un grande sviluppo delle scienze, che si specializzano (v. museo di Alessandria). Diffusione del libro.
Le arti privilegiano il naturalismo, il pathos e catturano la dimensione psicologica individuale. Interesse biografico anche in letteratura

Il fondatore è ANTISTENE (Atene, 444-365 a.C.), Ma il cinico più famoso è DIOGENE di Sinope (Sinope 412 a.C.-Corinto 323 a.C.), allievo di Antistene.
La più anticulturale delle filosofie. Conta solo il comportamento, che è anche esempio. Un modo di vivere che significa libertà (compresa la libertà di parola, fino alla sfrontatezza, e la libertà di azione, fino alla licenza).
Il nome deriva o dal Cinosarge (era il ginnasio davanti al quale insegnava Antistene) o dalla parola greca kynikòs (che significa “canino” o “simile al cane”, da kyon=cane) per via del loro stile di vita semplice e randagio, contrario alle abitudini civili dei cittadini.
In realtà il Cinismo non è solo una filosofia dell'Ellenismo, ma è una corrente post-socratica. Il movimento, quindi, risale direttamente a Socrate, che non era certo una persona conformista e di cui ora ricordiamo, tra le tante, la sua esclamazione di fronte alla gran quantità di merci vendute al mercato di Atene: “Di quante cose non ho bisogno!”
Socrate diceva che l'uomo è la sua psyché e che sapeva solo di non sapere: i cinici ne fanno una scelta di vita radicale.

I cinici pensavano che per essere felici la ricchezza, il potere e la salute non erano essenziali, perché non dipendono da noi e sono casuali, effimere.
→Primato della coscienza.
La felicità è alla portata di tutti, se si disprezzano convenzioni e cose esteriori, ricercando l'autarchia→ felicità = virtù.
Come non ci si deve preoccupare del proprio dolore, allo stesso modo non ci si preoccupa per le condizioni altrui (di qui il significato moderno del termine “cinico”).
Rifiuto della società e delle sue manifestazioni (potere, proprietà privata, matrimonio, religione, schiavitù, lusso, piaceri dei sensi, igiene, vestiario, l'idea stessa di città, ecc.).
E' ricco chi ha tempo per filosofare.
Non è una scuola, ma uno stile di vita radicalmente antisociale.
Forse l'uomo è malvagio per natura, ma di sicuro, se non lo è, la società civile ce lo fa diventare.
DIOGENE
Il cinico più famoso è DIOGENE di Sinope (Sinope 412 a.C.-Corinto 323 a.C.), allievo di Antistene, detto (forse da Platone) anche il “Socrate pazzo”.
Botte come simbolo di quanto poco basti per vivere (autarchia) e di rifugio dai mali della società
Esercizio e fatica come metodo (e valori). Disprezzo dei piaceri. “Gli dei hanno concesso agli uomini facili mezzi di vita, ma li hanno tolti alla vista”
Pare si sia suicidato a 90 anni trattenendo il respiro. Chiese di essere dato in pasto ai cani. Ma gli ateniesi gli eressero una colonna con la scultura di un cane sulla cima.
Con la lanterna accesa in pieno giorno e in luoghi affollati, camminava pronunciando la frase: “Cerco l'uomo”.
Ad Alessandro Magno, che lo cercò perché voleva donargli qualsiasi cosa avesse chiesto, rispose: “Spostati dal mio sole”.
Possedeva un mantello e una tazza. Avendo visto un ragazzo bere con le mani, si disfece anche della tazza.
Fu visto parlare con una statua. A chi gli chiedeva il perché, rispondeva: “Mi alleno a chieder invano”.
“Scodinzolo festosamente verso chi mi dà qualcosa, abbaio contro chi non mi dà niente, mordo i ribaldi”.
Si masturbava pubblicamente. A chi lo rimproverava rispondeva: “Magari potessi placare anche la fame con una stropicciatina allo stomaco”.
Sputò sulla faccia del proprietario di una ricca casa in cui era ospite: “Non ho trovato un luogo peggiore”
Vivere secondo natura per gli stoici è vivere secondo ragione (→impegno sociale e politico), per i cinici è vivere ad uno stato quasi primitivo (→l'intelligenza e la cultura -politica compresa- corrompono l'uomo).
Tuttavia i cinici sono stati un modello per gli stoici: la felicità si fonda solo su ciò che dipende da noi e sul restare indifferenti alle lusinghe del mondo civile esterno.
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