All'inizio dell'era Meiji viveva un famoso lottatore che si chiamava
O-nami, Grandi Onde.
O-nami era fortissimo e conosceva l'arte della lotta.
Quando gareggiava in privato, vinceva persino il suo maestro, ma in pubblico era così timido che riuscivano a batterlo anche i suoi allievi.
O-nami capì che doveva farsi aiutare da un maestro di Zen.
In un piccolo tempio poco lontano soggiornava temporaneamente Haku ju, un insegnante girovago.
O-nami andò a trovarlo e gli spiegò il suo guaio.
«Tu ti chiami Grandi Onde, - gli disse l'insegnante -, perciò stanotte rimani in questo tempio.
Immaginati di essere quei marosi.
Non sei più un lottatore che ha paura.
Tu sei quelle ondate enormi che spazzano via tutto davanti a loro, distruggendo qualunque cosa incontrino.
Fa' così, e sarai il più grande lottatore del paese».
L'insegnante lo lasciò solo.
O-nami rimase in meditazione, cercando di immaginare se stesso come onde.
Pensava alle cose più disparate.
Poi, gradualmente, si soffermava sempre più spesso sulla sensazione delle onde.
Man mano che la notte avanzava le onde si facevano più grosse.
Spazzarono via i fiori con i loro vasi.
Sommersero perfino il Buddha nella sua cappella.
Prima dell'alba il tempio non era più che il continuo fluire e rifluire di un mare immenso.
Al mattino l'insegnante trovò O-nami assorto in meditazione, con un lieve sorriso sul volto.
Gli batté sulla spalla.
«Ora niente potrà più turbarti - gli disse -, tu sei quelle onde».
** *** **
La lettura ha suscitato una serie di domande. Eccole elencate:
1. Non ci sono limiti... In quale contesto? (Valeria)
2. Siamo noi a porci i nostri limiti? (Donatella)
3. E' sufficiente superare i propri limiti durante la meditazione se poi dalla meditazione si esce? (Marina)
4. Basta immaginare di essere forti per esserlo? (Dino)
5. Tra il dire e la meditazione ci sono proprio quelle onde? (Patrizia)
6. Quanto siamo disposti a lasciarci trasportare dalle onde? (Ivetta)
7. Queste onde non sono un po' invasive? Non saranno onde di rabbia, distruttive? (Marina)
8. Usare questo potere è anche una responsabilità? (Donatella)
9. L'insegnante è la coscienza del lottatore? (Andrea)
10. Senza insegnante la nostra coscienza riesce a raggiungere la potenza delle onde? (Patrizia)
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Dopo le domande è nata una discussione incentrata sui limiti, sulla libertà d'azione, sui blocchi emotivi, sull'inconsapevolezza e su altri temi.
Probabilmente in uno stato estatico, qualcuno giura di aver udito lo stesso Plotino dire:
Non esiste un punto dove si possano fissare i propri limiti
in modo da poter affermare: fino a qui sono io
in modo da poter affermare: fino a qui sono io
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