martedì 7 aprile 2015

2 aprile 2015 - Lezione 10 - PLATONE (seconda parte)


PLATONE
(Atene 427 a.C – 347 a.C) 


Seconda parte






















Come conosciamo?

Conosciamo attraverso le idee. Ma come conosciamo le idee?
Negli esseri umani alberga una memoria (reminiscenza o anamnesi) delle idee. Le abbiamo viste nei periodi di distacco dal corpo e di contemplazione del mondo intelligibile.
Abbiamo un’anima che è stata nel mondo delle Idee e si reincarna
→ Dunque conoscere è ricordare.

C’è una scala nella conoscenza.
Dai due gradi inferiori (doxa) si risale ai due gradi superiori (epistème) del sapere:
-eikasìa (immaginazione, superstizione)
-pìstis (credenza, opinione ragionata)
-diànoia (conoscenza dei rapporti matematici)
-noèsis (conoscenza dialettica delle Idee)
C'è anche un quinto livello? E' l’intuizione alogica e diretta del Bene in sé (contemplare misticamente il Sole accecante, che illumina le idee e il mondo)

[Si potrebbe dire che Platone unisce Socrate (la verità è in noi) a Pitagora (metempsicosi e contemplazione dell’Uno)]



L'anima

L'anima preesiste al corpo e non è distrutta alla morte del corpo, è immortale.
L’anima ha desiderio (eros) delle Idee.
Memoria e desiderio sono stimolati dalle cose terrene, che hanno qualcosa in comune con le Idee.
L’anima è imprigionata nel corpo e desidera tornare nell’iperuranio.

Tripartizione dell’anima.
1. C’è una parte razionale; dedita alla conoscenza, alla saggezza (testa - filosofi),
2. C’è una parte eroica-volitiva; dedita al coraggio e alle passioni migliori (cuore - soldati),
3. C’è una parte concupiscibile-istintiva; dedita alle passioni più basse e materiali (ventre - lavoratori manuali)

Per Socrate conoscere il bene significava farlo (intellettualismo etico). A Platone non basta: occorre anche trovare l’armonia tra le tre parti dell’anima. La ragione deve saper guidare le altre parti dell’anima fino al giusto equilibrio.



L'amore: forza e via alogica alla conoscenza dell’assoluto

In noi c'è il desiderio (eros) mai soddisfatto di raggiungere la perfezione (a tutti i livelli) del mondo delle idee.
Siamo "imparentati" con esso: la nostra più vera essenza è l'anima, che è spirituale e immortale come le Idee.
Il desiderio (eros), che spinge l'anima a risalire verso il mondo intelligibile, è visto miticamente come figlio della Povertà (nasce dalla mancanza di ciò a cui aspira) e della Ricchezza (c'è una certa partecipazione a ciò che si desidera). Dunque Eros è in una sorta di terra di mezzo.
Eros, figlio di Povertà e Ricchezza, è il simbolo della filosofia.

C’è una scalata erotica da compiere. La bellezza ci guida piano piano ad ascendere i gradi dell’eros (dalla bellezza dei corpi, alla bellezza dell’anima, fino alla contemplazione della bellezza in sé.

Nota sull'amore platonico. L’amore platonico, contrariamente al significato che ne dà l'uso comune della locuzione, non disprezza l’amore carnale, primo necessario livello. L’attrazione sessuale sta all’interno di una ricerca di un’originaria unità perduta (l’anima gemella nel mito dell’Androgino, che vedremo successivamente), ma poi è vero che c'è un amore alto che ci mette in relazione più diretta con il Bene.


Politèia (πολιτεία): La Repubblica

Nel dialogo Repubblica (una traduzione più precisa potrebbe essere: La Costituzione), si affronta soprattutto il tema politico e ci si interroga su cosa sia la giustizia.
Si analizza la giustizia prima nella società (equilibrio-armonia tra le tre classi) e poi nel singolo individuo (equilibrio-armonia tra le tre parti dell'anima).
→ Non solo l'individuo aspira alla perfezione del mondo intelligibile, ma anche la polis, la collettività deve cercare di conformarvisi il più possibile.

La città ideale (Kallipolis) è retta dalla giustizia intesa come armonia tra le tre classi
→ Si delinea una utopia in cui i filosofi sono la guida politica.

Analisi delle costituzioni vigenti con i loro difetti.

Altri temi: l’essere / la conoscenza / il Bene (Mito della caverna), l’educazione, l’immortalità dell’anima (mito di Er), l’arte.

Di questo dialogo parleremo approfonditamente nelle prossime lezioni.




La società aperta e i suoi nemici

Nella Repubblica Platone propone uno stato di stampo comunistico, caratterizzato dall'abolizione della proprietà privata (per le prime due classi) e si fa sostenitore del carattere assoluto dello Stato. È’ necessaria una forma di governo che sia guidata da chi è stato educato in un certo modo, da chi conosce la dialettica.

A questo proposito, il filosofo Karl Popper, nel 1945, ha sostenuto che:
la popolazione deve guardarsi dagli esperti che dicono di conoscere il destino della società, di possedere la "verità". Nessuno conosce il futuro, neanche gli scienziati (anti-storicismo). La conoscenza scientifica è sempre congetturale e sempre fallibile. La verità è intrinsecamente autoritaria
È stato Platone il primo ad affermare che esistono leggi della storia che determinano il corso degli eventi umani
→ Popper parla di un Platone totalitario. Il primo modello di struttura storicista e autoritaria è la città perfetta delineata nella Repubblica

Possibili risposte a Popper
- Platone aveva in realtà il timore delle potenzialità negative dei conflitti sociali → Occorre eunomia, il buon ordine. Da dove viene il buon ordine? Dall’Iperuranio → Ordine dell'universo → Ordine nell'anima → Ordine della città.

-In generale affibbiare categorie moderne agli antichi pensatori è sempre rischioso.

-Utopia = Idea →non necessariamente qualcosa da realizzare, ma anche un modello cui ispirarsi.

-Per Platone non si tratta di porre al potere un gruppo, un partito, un singolo, ma "i filosofi", che, oltre a essere distaccati dalla pericolosa passione per il potere, potrebbero rappresentare, più astrattamente, la "razionalità", cioè nessuno in modo particolare o privato.



L'Arte: imitazione di imitazione

Platone ha una concezione negativa dell'arte: essa è una "copia" (mìmesi) del mondo sensibile, il quale a sua volta è una "copia" del mondo delle Idee
→Perciò l'arte è una “copia della copia della verità” (mìmesis mimèseos)

L’arte è corruttrice (spinge lo spirito umano verso le cose del mondo e lo allontana dalla Idee). Va bandita dallo Stato ideale.

Ma se vogliamo approfondire il discorso dobbiamo domandarci quale arte venga criticata da Platone. Ricordiamo che Platone ha scritto delle opere di letteratura per parlare della sua filosofia e poi, soprattutto, ce l’aveva con i miti che fanno vedere gli Dèi con risibili e diseducative passioni umane.

[Forse, se fosse vissuto oggi, Platone avrebbe criticato i programmi di TV spazzatura: televisione come imitazione dell'imitazione?]




Il demiurgo e la cosmologia

Problema: come è possibile che dal mondo delle Idee (intellegibili) nasca il mondo delle cose (sensibili), che è quello nel quale noi viviamo?
Se c'è separazione, dov'è il punto di contatto tra i due mondi?

La risposta mitologica di Platone è la seguente: esiste un Demiurgo (artigiano).

E’ un Dio artefice, ma non creatore (e non personale) come il Dio cristiano, perché il Dio cristiano ha creato il mondo dal nulla, e quindi ha creato anche la materia, mentre invece il Demiurgo trova già esistenti le Idee e la materia (chora).

Il Demiurgo, prendendo a modello le Idee, che sono delle "forme", plasma la materia.
→Equilibrio tra intelligenza (libertà) e necessità.

Egli crea anche il tempo, immagine mobile dell’eternità. Il tempo è la dislocazione in successione della gerarchia ordinata di enti, che nel mondo ideale esiste contemporaneamente in un presente eterno.

Perché il Demiurgo ha voluto generare il mondo sensibile? Platone risponde: per "bontà" e amore di bene (il Bene in sé è il modello).
Perciò, per farlo più perfetto possibile (anche se sempre imperfetto, rispetto alle Idee), lo ha dotato anche di un'anima (l'anima del mondo), una sorta di principio vivificatore, a somiglianza dell'anima umana.

[Stereometria (=misura dei solidi). Il demiurgo ha primariamente plasmato la materia formando dei solidi regolari da cui poi sono derivati tutti gli elementi →Conoscere la stereometria dunque significa avere un quadro complessivo dei rapporti tra realtà fisica, numeri e geometria. Ecco perché, forse, all'ingresso dell'Accademia campeggiava il motto: "Non entri chi non conosce la geometria"]



Leggi

Nelle Leggi, ultimo dialogo attribuito a Platone e opera incompiuta, si delinea lo “Stato secondo”.

L’ordine politico è solo una parte subordinata del più grande ordine divino presente nel cosmo.

Viste le sue passate delusioni politiche e il pericolo del conflitto tra le classi sociali, Platone trova nelle leggi un cardine fondamentale perché hanno funzione:
-costrittiva, cioè prescrivono quale debba essere la condotta migliore per un buon cittadino;
-educativa, cioè educano i giovani che saranno i cittadini futuri.

→C’è la preminenza della legge sull'attività del politico.
Dal momento che quello delineato nella Repubblica è puramente ideale, Platone, più realisticamente (partendo dalle quattro strutture politiche storicamente esistenti: tirannide, monarchia, democrazia, oligarchia) ne tratteggia uno in cui prende gli aspetti migliori di ogni governo così da creare il miglior Stato tra quelli attuabili. Nasce l’idea di stato "misto".

E i filosofi che fanno? Rimangono in politica come custodi delle leggi, raccolti nel Consiglio Notturno: essi sono in grado di cogliere la ragion d'essere di ogni legge



I dialoghi

Nelle prossime lezioni analizzeremo brevemente i seguenti dialoghi:
Apologia di Socrate
Fedone
Convito ( o Simposio)
Repubblica
Fedro
Menone
Timeo

Faremo un cenno anche alle dottrine non scritte.

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