Parole della vergine Lachèsi, figlia di Anànke:
“Anime, che vivete solo un giorno, comincia per voi un altro periodo di generazione mortale, portatrice di morte.
Non vi capiterà in sorte un dàimon, ma sarete voi a scegliere il dàimon.
E chi viene sorteggiato per primo scelga per primo una vita, cui sarà necessariamente congiunto.
La virtù è senza padrone e ciascuno ne avrà di più o di meno a seconda che la onori o la spregi.
La responsabilità è di chi sceglie; il Dio non è responsabile”.
** *** **
La lettura di questo testo ha dato vita ad una serie di domande da cui poi è partita una discussione. Le domande sono le seguenti:
1. Non esiste il destino? (Juan)
2. Perché le anime vivono un solo giorno? (Andrea)
3. Se tu ti scegli una vita, sarai necessariamente congiunto a questa? (Federico)
4. Se il Dio non è responsabile, di che cosa è responsabile il Dio? (Claudio, Andrea, Pamela)
5. Il fatto che la scelta è rimessa all'anima è assimilabile al libero arbitrio? (Paolo)
6. Ci sono delle vite in cui la virtù non basta? (Donatella)
7. L'anima può essere generatrice o portatrice di morte? (Lilly)
8. C'è una vita dopo la morte? E se sì, è consapevole della vita precedente? (Valentino)
9. L'anima vuole dare la colpa a Dio? (Elisabetta)
** *** **
Solitamente, la discussione che segue le domande non porta il gruppo a trovare delle risposte, ma altre domande e altri spunti di riflessione. Questa volta, però, è sembrato che l'orientamento generale portasse a dire che la libertà per gli esseri umani si può intravvedere:
1. nel momento in cui siamo colti da una sorta di consapevolezza e dentro di noi si sente, e poi si dice: "preferirei di no", di fronte ad una scelta;
2. nel momento che precede il contenuto di una scelta, nell'esperienza quasi astratta della possibilità, prima che la possibilità si realizzi in un modo o in un altro.
Nessun commento:
Posta un commento